“I conti Guidi della Rocca e Dante”, nuovo appuntamento per conoscere e celebrare il Sommo Poeta e il suo legame con Montemurlo

Appuntamento giovedì 24 giugno ore 21,15 nel parco di Villa Giamari con le archeologhe dei Laboratori San Gallo

A Montemurlo vanno avanti gli appuntamenti delle celebrazioni dantesche a 700 anni dalla morte del Sommo Poeta. Il prossimo appuntamento in programma è per giovedì 24 giugno ore 21,15 con “I Conti Guidi della Rocca e Dante” nel parco Villa Giamari ( piazza Don Milani, 1). L’ incontro è a cura dei Laboratori Archeologici San Gallo, spin-off accademico dell’Università di Firenze con la collaborazione della Fondazione Cdse. Una serata per scoprire chi fossero i conti Guidi, proprietari della Rocca di Montemurlo, che Dante nomina nel Paradiso e che sono oggetto del progetto strategico dell’Ateneo fiorentino “I conti Guidi fra Romagna e Toscana”. « Continuiamo a indagare il rapporto che lega Dante a Montemurlo con questo nuovo appuntamento piacevole e adatto a tutti. – spiega l’assessore alla cultura, Giuseppe Forastiero – Una serata che consentirà di capire chi fossero i conti Guidi, signori di Montemurlo, e quali fossero i motivi che li legavano a Dante. Una bella storia da ascoltare con piacere al fresco di Villa Giamari».

Per partecipare agli eventi in programma è obbligatoria la prenotazione chiamando la Biblioteca comunale Della Fonte telefono 0574 558567 oppure 3666819035 email: biblioteca@comune.montemurlo.po.it

Nel 1066 si ha la prima notizia del castello di Monte Murlo come proprietà dei conti Guidi, una delle più importanti famiglie feudali fra Romagna e Toscana. La rocca si trovava in una posizione assai strategica, su una piccola altura a controllo delle principali direttrici viarie fra Lucca e Firenze. Dal 1096 è documentata anche l’esistenza di una pieve, allora intitolata a S. Pietro poi successivamente, dal 1269, a S. Giovanni Battista. Dante Alighieri cita nel XVI canto del Paradiso il nome di Montemurlo, deprecando, attraverso le parole dell’antenato Cacciaguida, la mescolanza di genti del contado e di città e portando ad esempio proprio i conti Guidi, “rei” di aver venduto il castello ai fiorentini nel 1254.

La rocca fu spesso oggetto di controversie fra guelfi e ghibellini e delle lotte fra Pistoia, Prato e Firenze. Subì, infatti,due assedi, che ne decretarono un progressivo declino: il primo da parte del condottiero lucchese Castruccio Castracani, che lo espugnò l’8 gennaio del 1326, il secondo nel 1537 ad opera di Cosimo I, futuro Granduca di Toscana.