I luoghi della memoria “parlano”. Inaugurata la targa in ricordo di Marcello Martini
Da oggi un cippo sulla pista ciclopedonale, sotto al “Quercione”, in località Il Mulino ricorda il luogo dove fu arrestato nel 1944, a soli 14 anni, Marcello Martini e deportato a Mauthausen in Austria
Come fosse una pietra d’inciampo, d’ora in poi tutti coloro che percorreranno la pista ciclo-pedonale in località Il Mulino, proprio sotto al Quercione, conosceranno il luogo, dove nel 1944 fu arrestato Marcello Martini, appena 14 anni, e deportato nel campo di sterminio di Mauthausen in Austria. La targa, che il Comune ha posto questa mattina sopra un cippo, ha un preciso intento: far parlare i luoghi della memoria, rompere il silenzio e, attraverso la conoscenza, dire “mai più orrori simili”.
« Da oggi questo è a tutti gli effetti un luogo della memoria e tutti coloro che passeranno da qui potranno conoscere la storia del nostro cittadino onorario Marcello Martini, il più giovane deportato politico italiano nei campi di sterminio nazisti. – dice il sindaco Simone Calamai – Una storia che deve essere ricordata e tramandata per far si, come diceva Primo Levi, che “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”».
Alla cerimonia di inaugurazione della targa erano presenti la moglie di Marcello Martini, scomparso lo scorso 14 agosto a 89 anni, Mariella Meucci Martini, la figlia Alessandra e le nipoti:« Marcello sarebbe stato molto felice di questa targa. – ha sottolineato con commozione la moglie Mariella – È in questo luogo che avviene uno dei passaggi fondamentali della vita di Marcello, quello da ragazzino coccolato e viziato (era l’ultimo dei fratelli), a deportato e quindi a “numero”, il 76430 che per un anno, nel lager, è stato il suo nuovo nome di battesimo».
Nel suo intervento, sotto una pioggia battente, l’assessore alla memoria Valentina Vespi ha voluto ricordare l’impegno di testimonianza di Martini e il suo amore per i bambini e i giovani:« Marcello, quando incontrava i ragazzi delle scuole, li spingeva ad essere curiosi perché – diceva – nella vita bisogna avere voglia di conoscere e imparare: le persone possono toglierti tutto ma mai la tua conoscenza ». Alla cerimonia erano presenti il rappresentante della Prefettura di Prato Del Fante e il vice presidente del Museo della Deportazione di Prato, Ivano Cappelli che ha letto un brano di memorie di Anna, sorella di Martini, che rievoca il momento dell’arresto a Montemurlo nel 1944. La famiglia Martini, insieme al sindaco Calamai e all’assessore Vespi, al termine della cerimonia hanno raggiunto la scuola primaria “Margherita Hack” di Bagnolo, dove ad attenderli c’erano i bambini delle classi quinte, che hanno donato alla signora Mariella dei disegni per ricordare la figura di Marcello Martini. Anche i lavori dei bambini di Montemurlo, insieme a tutti quelli che Marcello ha ricevuto in dono durante le sue visite nelle scuole, finiranno in un libro. che la famiglia Martini sta preparando con la Giunti e dedicato al lavoro di testimonianza portato avanti dall’ex deportato nelle scuole.
CHI ERA MARCELLO MARTINI – Marcello Martini, nato a Prato nel 1930, nel giugno del 1944 era sfollato con la famiglia a Montemurlo e fu proprio qui che le SS tedesche insieme a fascisti italiani lo arrestarono per ritorsione verso il padre, membro del Comitato toscano di Liberazione Nazionale e comandante militare per la zona di Prato. Dopo l’arresto, Marcello è detenuto dapprima a Villa Triste e al carcere delle Murate di Firenze, poi è trasferito al campo di transito di Fossoli e quindi deportato in treno con i “carri bestiame sigillati” al lager nazista di Mauthausen, dove rimane fino al 5 maggio del 1945, quando il campo è liberato dagli americani. Martini, che da molti anni vive in Piemonte, si è dedicato alla diffusione della memoria della deportazione per conto dell’Aned, l’associazione che raggruppa gli ex-deportati e nel 2007 ha pubblicato con la casa editrice Giuntina un volume di memorie dal titolo “Un adolescente in lager. Ciò che gli occhi tuoi hanno visto”. Dal 2015 Marcello Martini è cittadino onorario di Montemurlo.