IN MANETTE CINESE CHE PICCHIAVA LA FIGLIA CHE PREFERIVA LA SCUOLA AL LAVORO

Ieri, 21 maggio 2018, è stato arrestato un cinese di 41 anni con l’accusa di maltrattamenti alla figlia di anni 16. Una realtà difficile da comprendere quella di un titolare di una ditta di confezione, che imponeva a sua figlia di lavorare pomeriggio e sera nell’azienda di famiglia dopo che il mattino era stata a scuola. 

“Il Lavoro è la priorità assoluto sopra ogni altra cosa” è questa la teoria di un uomo violento nei confronti della figlia. Ogni volta che la ragazzina cercava d’imporsi alla sua volontà rispondeva in modo violento, facendo uso anche delle mani. Stessa cosa accadeva anche quando lei gli manifestava che avrebbe preferito lo studio e gli amici al lavoro massacrante dell’attività di famiglia.

Sono stati i professori della ragazzina stessi a fare una segnalazione ai servizi sociali e alla procura dopo averle notato addosso segni di percosse oltre alle tante assenze fatte. Su di lei avevano ravvisato lividi e segni di sangue dal naso.

E dopo un mese e mezzo di indagini condotte dal nucleo di polizia giudiziaria della Municipale, guidato da Roberto Platania, è emerso un quadro familiare fatto di maltrattamenti sull’adolescente da parte di un uomo che non ha battuto nemmeno ciglio quando è stato ammanettato in presenza dei suoi dipendenti e condotto nel carcere della Dogaia. E non solo, a quanto pare la ragazzina soffrirebbe anche di una seria patologia per la quale non sarebbe mai stata curata, a dimostrazione dell’insensibilità da parte del 41enne cinese.

Anche la madre della vittima, molto probabilmente vittima pure lei, pare abbia accondisceso a tutto ciò per timore del marito violento, guidata dal sentimento di rassegnazione.

La ragazzina non è figlia unica, ha un fratello più grande, che non appena questi è divenuto maggiorenne se ne è andato via di casa per sottrarsi dal genitore violento.

Era da un anno che alla 16enne era stato imposto di lavorare nell’azienda, senza avere la possibilità d’incontrare amici.