IN POCHE ORE DUE TRAGEDIE SUI BINARI FERROVIARI. CHE COSA STA ACCADENDO NELLA MENTE DEI GIOVANI?
di Roberto Fiordi
Uccisi sotto le ruote del treno due giovani ragazzi a distanza di poche ore l’uno dall’altro. Ma cosa c’è che non va, ragazzi…?
Forse non è più bello vivere nella normalità delle cose, o forse non è più bello vivere. Due tragedie che si sono consumate nel giro di poche ore l’una dall’altra e che sono costate la vita a due ragazzi giovanissimi.
La prima si è consumata ieri, intorno alle ore 18.00, nei pressi di Soverato, in provincia di Catanzaro, lungo la tratta Taranto-Reggio Calabria. Un 13enne, in compagnia di due amici, ha sfidato il coraggio cercando di scattarsi un selfie con un treno che stava giungendo a forte velocità alle sue spalle. Sui binari erano saliti anche gli amici che ce l’hanno fatta a evitare lo schianto con il convoglio 6683235, proveniente da Crotone e diretto a Reggio Calabria, ma per Leandro Celia, non c’è stato nulla da fare.
Tutto sembra sia partito da una prova di coraggio che uno dei tre deve avere proposto una volta essersi diretti nei pressi del ponte: «Vediamo quanto siete coraggiosi. Facciamo un selfie mentre arriva il treno». Richiesta accolta si sono posizionati tutti e tre sui binari del treno. Il convoglio si avvicina sempre di più a forte velocità verso gli imprudenti ragazzini che sentono dentro l’adrenalina decollare alle stelle, al punto di dire uno di loro: «Vediamo chi resta il più possibile sui binari». E parte la pioggia di scatti col telefonino. Due si sono mossi qualche istante prima del povero 13enne, residente nel comune di Patrizzi, in provincia di Catanzaro, e ce l’hanno fatta, Leandro è stato travolto.
Le rivelazioni del macchinista in stato di shock alla polizia ferroviaria sono state di avere visto i tre ragazzi in mezzo ai binari e poi due di loro sfrecciare via appena in tempo, mentre il terzo – il povero Leandro – non ce l’ha fatta, o perché il forse troppo coraggio lo ha fatto attendere a lungo in mezzo ai binari, o forse perché è stato il panico a piantonarlo lì, come ci può stare che fosse caduto nel tentativo di spostarsi.
L’investimento della locomotiva ha scaraventato il ragazzo a una decina di metri di distanza. Gli amici, sotto shock, sono fuggiti via facendo perdere le loro tracce. Ci sono volute diverse ore di tempo alla polizia prima di fare il ritrovamento dei due “superstiti della bravata”. Alla polizia ferroviaria, di fronte al sostituto procuratore di Catanzaro, Nicola Assumma, hanno raccontato la storia del selfie, di aver gridato all’amico di fuggire, dopodiché di essersi allontanati senza capire che cosa fosse accaduto, quando oramai si era fatto già buio.
L’altro caso riguarda invece un ragazzo di appena 16 anni, che sembrerebbe abbia voluto fare la finita con la vita. Ieri, mercoledì 8 marzo, nel tardo pomeriggio, sulla linea ferroviaria fra Serravalle e Montecatini, all’altezza del ponte di via Vergaiolo a Pieve a Nievole, il giovane sembra che si sia gettato sotto le ruote del treno di propria iniziativa.
Il 16enne, secondo quanto hanno riferito i macchinisti alla polizia, sembrerebbe che si sarebbe gettato volontariamente sotto al convoglio regionale 3080. Da come affermano gli stessi macchinisti, il luogo dove si è consumata la tragedia del ragazzo, sembra che sia un luogo decisamente impervio per compiere un’azione di questo genere. I macchinisti del treno hanno immediatamente azionato il sistema di frenata, ma l’impatto è stato purtroppo inevitabile.
A seguito di tale incidente la circolazione tra Pistoia e Montecatini è stata immediatamente sospesa.
Ma forse sarebbe opportuno fermarsi un po’ tutti e riflettere come mai ci sono persone, più e meno giovani, che mettono a repentaglio la propria salute, per non dire la propria vita, per fare una bravata?
Nella realtà non è una cosa che riguarda solo il mondo odierno, anche ieri – se pur in altro modo – i giovani amavano esibirsi di fronte ad altri per essere un po’ i protagonisti del momento. Ieri potevano raggiungere certi scopi compiendo “bravate” con la moto, o con l’auto. Oggi, pur restando fermi sul fatto che ancora c’è che chi ama mettersi in mostra con la moto o con la macchina, però ci sono nuove forme di egocentrismo. E quello che è successo al povero Leandro Celia è una di queste.
Tutto quanto lo possiamo brevemente riassumere nel termine “narcisismo”, ovvero la disperata ricerca di piacersi e di trovare il consenso dinanzi agli occhi della gente.
Un cancro che non sta colpendo soltanto le fasce più giovani e quindi, teoricamente più deboli, ma sta riguardando qualsiasi fascia d’età. Ma come scrivono alcuni studiosi della psiche, il narcisismo si è insediato in tutti noi al punto di essere causa di depressione acuta.
È molto probabile che molti di questi selfisti dentro di sé nella realtà siano tanti Giacomo Leopardi; e che ancora più fragili del nostro grande poeta non ce la facciano a superare difficoltà e si possano buttare sotto a un treno. Con questa frase non voglio alludere al 16enne che ieri si è presumibilmente suicidato nei binari del treno fra Serravalle e Montecatini, i motivi del suo gesto estremo sono ancora ignoti.