Intervista ad Alessia Gazzola finalista al Premio Bancarella
Alessia Gazzola, la scrittrice messinese conosciuta principalmente per la serie di romanzi con protagonista la dolcissima Alice Allevi, medico legale, e per la serie tv de L’allieva, in onda su Rai 1 e giunta ora alla sua seconda stagione, è una dei “magnifici sei” finalisti della 67^ edizione del Premio Bancarella. La incontro alla presentazione del suo libro Il ladro gentiluomo, proprio quello che potrebbe aggiudicarsi il riconoscimento finale del prestigioso premio, il 21 luglio, nella splendida cornice della piazza principale di Pontremoli, e mi colpisce subito per i modi semplici e per la cordialità con la quale accetta l’intervista. Il sorriso è limpido, sincero, le risposte precise, sicure, pacate. Una ragazza acqua e sapone, spontanea, disponibile, vicina al suo pubblico, ai suoi lettori, alla gente.
Forse non tutti sanno che lei è laureata in medicina, con specializzazione in medicina legale. Guarda caso l’Allieva, Alice allevi, è medico legale. Quanto di Alessia c’è nel personaggio di Alice?
All’inizio c’era qualcosa di più, non fosse altro perché, appunto, entrambe eravamo specializzande in medicina legale. Traevo spunto dalla mia vita quotidiana, senza che Alice fosse in alcun modo un personaggio autobiografico. Della mia storia, della mia vita, dei miei pensieri, non c’è molto. Desideravo avessimo in comune alcuni aspetti legati alla professione, ma niente di più. Non doveva essere un mio alter-ego. Penso che i romanzi migliori siano quelli in cui si parla di argomenti conosciuti. Mi sono attenuta alla regola per cui è necessario scrivere qualcosa di cui si abbia conoscenza ed esperienza. Nel panorama letterario, quando ho iniziato a scrivere di Alice, la figura del medico legale non esisteva. A quell’epoca non ero nemmeno molto interessata ai libri gialli, non rientravano nelle mie letture. Mi piacevano di più i romanzi d’amore. E prima di Alice, avevo scritto cose abbastanza banali, almeno per me, che sono la mia prima, severissima critica. Ancora oggi comunque le mie trame non sono cruente, non amo il sangue; preferisco di più approfondire gli aspetti legati ai protagonisti, alle loro relazioni con il mondo, con il lavoro, con la famiglia, con le amiche.
Dal 2015 l’Allieva è anche fiction. Che ruolo ha lei in tutto questo?
La produzione mi ha dato l’incarico di partecipare, sia alla stesura del soggetto di serie, sia alla sceneggiatura. Non sono una sceneggiatrice, il mio unico ruolo è quello di vigilare in modo che venga rispettata l’identità dei personaggi e l’atmosfera.
Quanto ha influito la serie tv nella stesura dei successivi romanzi?
Aver partecipato alla sceneggiatura mi ha insegnato tantissime regole di drammaturgia che ho potuto poi applicare alla stesura del romanzo. Un lavoro di grande arricchimento. Sono convinta che gli ultimi romanzi siano anche migliori dei precedenti. E poi ho dato finalmente un volto ad Alice e agli altri personaggi che non avevo mai descritto fisicamente. Ora per me Alice è Alessandra Mastronardi, Claudio Conforti è Lino Guanciale.
L’allieva, Un segreto non è per sempre, Sindrome da cuore in sospeso, Le ossa della principessa, Una lunga estate crudele, Un po’ di follia in primavera, Arabesque. E ora, Il ladro gentiluomo. A quale di questi libri è più affezionata?
A Un segreto non è per sempre e a Arabesque. Sono i miei preferiti in assoluto. Plausibilmente Il ladro gentiluomo sarà l’ultimo della serie. Mi sono resa conto che Alice è diventata troppo prepotente. Non sono più io che guido lei ma il contrario. Ho bisogno di distaccarmene, di ritrovare la mia creatività. Tra il lettore e l’autore ci deve essere un patto di lealtà. Non voglio scrivere in serie, perché il filone piace. Se un domani troverò ancora una buona storia per Alice, il lettore saprà che l’ho scritta con entusiasmo e convinzione. Ora è tempo di dare voce ad altri personaggi che avevo già nella mia mente.
In Non è la fine del mondo, edito da Feltrinelli, unico libro che non ha per protagonista Alice, Emma è una tenace stagista, piena di sogni. Cosa sogna Alessia Gazzola? Cosa vede nel suo futuro?
Non è la fine del mondo non è l’unico perché il 6 maggio uscirà Lena e la tempesta, edito da Garzanti, ambientato in una immaginaria isola del Mediterraneo. Nella mia fantasia potrebbero essere le Eolie o le Egadi. Racconta la storia di Lena, una ragazza con un segreto che non ha mai svelato, un segreto legato all’isola. Per quanto riguarda il mio futuro, sono incapace di fare previsioni a lungo termine. Sono convinta che la vita possa cambiare da un momento all’altro, in meglio, ma anche in peggio, quindi preferisco non pensarci. In linea generale, sono abituata a non aspettarmi mai niente. E’ una questione caratteriale. Sogni ne ho tantissimi, per la mia vita privata e per la mia carriera di scrittrice. Sogno che questo mio nuovo libro abbia l’approvazione dei miei lettori, sogno una buona vita per le mie piccoline, sogno un viaggio alle Maldive. Senza sogni che vita è?