Jacopo Luchini messo in quarantena in Norvegia ad un passo dalla conquista della Coppa del Mondo di snowboard

L‘atleta paralimpico montemurlese, pur non presentando alcun sintomo da Coronavirus, è stato rispedito a casa dalle autorità sanitarie norvegesi come misura preventiva per il contenimento dell’epidemia

I terribili effetti collaterali del Coronavirus si fanno sentire anche nello sport. A farne le spese l’atleta paralimpico montemurlese Jacopo Luchini che, ad un passo dalla conquista della Coppa del Mondo di snowboard in Norvegia, è stato rispedito a casa dalle autorità sanitarie norvegesi in quanto atleta italiano e dunque proveniente da una delle zone dov’è in corso un’epidemia da Coronavirus. Stessa sorte per gli atleti provenienti da altre zone del mondo interessate dalla diffusione del virus come Cina, Giappone, Corea del Sud, Iran, Austria. Tanta l’amarezza di Jacopo che quest’anno poteva realizzare il sogno di conquistare la Coppa del Mondo di snowboard, più quelle di specialità nel “banked slalom” (in entrambe l’atleta montemurlese era il primo in classifica) e nel boarder cross, dove Luchini si trovava al terzo posto ma con ottime possibilità di conquistare la cima della classifica. Jacopo, è bene dirlo, sta bene e non ha alcun sintomo e sta rientrando in Italia. In una nota diffusa dalla Nazionale Italiana Paralimpica Snowboard si legge «Purtroppo la nostra stagione finisce inaspettatamente il giorno prima delle finali di coppa del Mondo in Norvegia. Dopo aver incassato l’annullamento dei voli e aver deciso di affrontare 2500 km in furgone, appena entrati in stanza dell’hotel stanchi morti, ci è stato comunicato che non avremmo potuto partecipare alle gare (come noi l’Austria) e che avremmo dovuto scegliere se rientrare in Italia o rimanere in quarantena in Norvegia.Gettiamo così la concreta possibilità di vincere le coppe del mondo con Jacopo (…) Siamo partiti per prendere tre coppe di cristallo ed invece torniamo con le valigie da disfare e una grande delusione. Abbiamo capito che la nostra patria sta soffrendo e vogliamo rientrare anche se sappiamo di non poter far nulla. Il nostro “lavoro” che è prima di tutto una passione, è quello di tenere alto il nome dell’Italia nel mondo attraverso lo snowboard. Non sarebbe servito a nulla ma volevamo vincere per noi, per il tricolore e per voi. Non ci è stato nemmeno permesso di provarci. Ci tengo a precisare che nessuno ci ha discriminato (fin ora) a partire dai locali che abbiamo frequentato per rifocillarvi nel viaggio (sempre mostrando orgogliosamente il tricolore della divisa) l’hotel di arrivo, IPC e tanto meno le altre nazionali che hanno mostrato solidarietà e dispiacere nell’apprendere ciò che stava accadendo. (…)Questa volta non abbiamo vinto, ma non abbiamo nemmeno persoChi vincerà la coppa se la goda perché adesso l’Italia sconfiggerà il virus, e l’anno prossimo si riprenderà ciò che le spetta!».

Il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai e l’assessore allo sport, Valentina Vespi, hanno appreso la notizia con grande dispiacere:« Ci preparavamo a festeggiare Jacopo ed oggi dobbiamo registrare con grande delusione la decisione delle autorità sanitarie norvegesi che, ahimè, non possiamo biasimare in questo quadro di emergenza globale. Apprezziamo il grande senso di responsabilità con cui la Nazionale paralimpica di snowboard e Jacopo hanno preso la notizia. Montemurlo, oggi più che mai, è con i suoi atleti. Purtroppo la sfida che oggi dobbiamo affrontare è molto più grande di quella di una competizione sportiva ma ci serve lo spirito, la responsabilità e il coraggio di grandi atleti come Jacopo e gli altri ragazzi della nazionale paralimpica».