LA DEPRESSIONE È UNA MALATTIA VERA E PROPRIA ED È FRA LE PEGGIORI CHE RIGUARDANO LA SFERA UMANA.

 

La depressione è una malattia vera e propria, nonostante venga spesso ignorata e schernita dall’opinione pubblica. Se però così non fosse sarebbe difficile giustificare i circa 4.000 casi di decesso all’anno per suicidio che interessano solo il nostro Paese. E come se non bastasse, i malesseri interiori possono essere anche la causa di patologie fisiche. E la causa è il nostro stile di vita che andrebbe ogni tanto fermato.

 

La depressione è un veleno che a poco a poco logora stomaco e cervello delle persone affette. Si tratta di uno stato d’animo sofferente e patologico, caratterizzato da un’ansia così forte da far perdere completamente al depresso  l’interesse nei confronti di tutto quanto possa stargli attorno, persino degli affetti principali.

Circondato da una visione pessimistica della vita, il depresso non ha più in sé la voglia di vivere e il fantasma della morte s’impadronisce di lui, dei suoi pensieri, del suo spirito, e lo induce a perdere la cognizione anche delle forme di vita prevalenti, come il lavoro, lo studio, e quanto altro ancora. Talvolta la mancanza di concentrazione da parte del depresso può essere causa di profonde distrazioni e quindi d’incidenti stradali o sul posto di lavoro.

È dunque utile non sottovalutare l’estenuante fenomeno che, al tempo presente, pare essere divenuto addirittura un male sociale che, come legge del contrappasso, si trova ad essere il riflesso latente di profonde insoddisfazioni dell’uomo moderno che vede incagliare le proprie aspettative di benessere nello scoglio della precarietà di una società frenetica e sempre in cerca di successo.

E prendiamo atto che il successo, per quanto di per sé possa essere una buona occasione per guardare sempre avanti, non può esserlo per tutti, ma il modo di pensare comune ti obbliga a questa lotta, chiunque tu sia ti spinge a quell’inseguimento. Lo spirito che guida la società in certi irrazionali pensieri ha già schiacciato i suoi tasti nella programmazione del cervello d’ognuno di noi.

Ma talvolta, nonostante aver raggiunto persino il successo, l’individuo non è detto che si senta soddisfatto, basti prendere come esempio il caso del vicedirettore della testata giornalistica regionale della Rai, Paolo Petruccioli, che si è suicidato lanciandosi da una finestra del quarto piano degli uffici Rai di Borgo Sant’Angelo a Roma.

Allora possiamo fare una riflessione più accurata sul fattore psicologico di chi è affetto da sindrome depressiva e scoprire che essa affonda le sue radici nell’infanzia.

E il più delle volte la causa prevalente deriva dalla pessima gestione genitoriale avuta con la prole che quest’ultima, giunta poi a un’età anche matura, si trova affetta da quel male oscuro che si chiama vuoto esistenziale. Non basta dunque che questi si sia creato una bella famiglia, che possa avere un buon lavoro, per potersi dire fuori da questo schema, perché nella sua mente continuano a perseverare disagi e infelicità latenti, difficili da colmare e che la realtà della vita li spiattella davanti come nulla fosse.

Ma se accade ciò, è semplicemente perché così deve accadere… Ho parlato prima di programmazione del cervello per dire che chi ti è stato intorno, in questo caso il genitore (o i genitori) ha già incanalato la tua mente in quella direzione. Ha già svolto una programmazione ben precisa nel tuo cervello.

Questo non vuol dire che alla base di tutto ci sia una premeditazione da parte del genitore, ma comunque il figlio resta lo stesso la vittima di una cattiva conduzione.

L’errato comportamento da parte del familiare può riguardare un suo atteggiamento troppo violento dal punto di vista fisico o verbale, il quale induce la vittima a cadere in depressione in quanto la collera e la rabbia che ha dentro finiscono per avvelenarla dall’interno.

Se è grave il comportamento violento del genitore sul figlio, non è da meno  quello del genitore che lo scredita. È il tipico atteggiamento del genitore troppo pieno di sé, che ha saputo realizzarsi nella vita; e qui il messaggio negativo che riceve il figlio è quello di essere un buono a nulla.

Colpito poi da questa sindrome, sin dall’infanzia, spesso accade che questi viva la sua giovinezza in una solitudine interiore, sentendosi messo da parte anche dagli altri e in particolar modo dagli amici più stretti, che egli vorrebbe fossero solo per lui. Perciò diventa geloso quando l’amico preferito divide i propri divertimenti con altri e non prettamente con lui. Si sente lacerare dentro. Si sente come tradito anche dall’amico in cui aveva riposto un morboso affetto, speranzoso nell’inconscio che anche l’altro facesse lo stesso con lui.

Per questo è opportuno sempre dire “ATTENZIONE GENITORI“, perché alla fine la depressione, nel suo significato più stretto, può comprendere ripercussioni sociali ed esistenziali. Lo dice il numero dei suicidi solo in Italia sopra indicati, ma lo può dire anche il numero delle persone che, prese dalla disperazione, abbandonano affetti, casa, lavoro per vivere lungo le strade. 

Le soluzioni alla depressione possono essere tante, e sarebbe consigliabile rivolgersi a esperti psicoterapeuti, o seguire tipi di esercizi riportati anche su internet, anche se questi, secondo il mio modo di vedere, non potranno fare quanto un professionista del mestiere; tuttavia la prima cosa che consiglio a tutti di fare è di sorridere in qualunque occasione.

Il sorriso può essere un ottimo antidoto contro lo stress; è quanto emerso da una ricerca della University of Kansas, negli Stati Uniti. Il cervello è molto attento a ciò che fa il nostro corpo, e questa cosa influenza le nostre emozioni, e pertanto, per il nostro stare bene, sarebbe necessario sforzarsi di sorridere in qualunque situazione, se anche ciò può costare molta fatica. Un nuovo studio ha rilevato infatti che sorridere rilascia ormoni del buonumore.