LA TOSCANA VITTORIA DORETTI, IDEATRICE DO CODICE ROSA, FRA LE 100 DONNE DEL 2016

Prato – Vittoria Doretti è un medico toscano, nata a Siena, inserita dal  Corriere della Sera, nella lista delle 100 donne del 2016 in quanto ideatrice del progetto “Codice Rosa” un protocollo grazie al quale può essere risparmiata alla vittima di una violenza, il dolore di dover raccontare l’abuso subito a persone diverse più di una volta,ovvero un percorso inter-istituzionale volto a creare delle procedure operative per lavorare tutti insieme, che scaturisce, come spiega Doretti, dal principio “Su come poter fare al meglio il proprio dovere”.

Era il 2009 e nell’Ospedale di Grosseto, al Pronto Soccorso, prese vita per la prima volta grazie ad una sua intuizione il “Codice Rosa”, un percorso dedicato a prendersi cura delle donne maltrattate. “Qui c’è una stanza – dice la dirigente medico – con attrezzature specialistiche per evitare ulteriori traumi alle vittime, come il lettino ginecologico per la visita in pronto soccorso, la doccia, la toilette, i kit per ridurre al massimo i tempi delle vittime. Cambiano i tempi in questa stanza che non sono più quelli dettati dall’emergenza clinica, ma dai tempi della vittima. Sul come collegare l’emergenza al pronto soccorso al dopo, è fondamentale, oltre a riuscire a parlare con la donna vittima, inserirla in una rete a diffusione territoriale per farle capire che non è sola e che la si può sostenere nell’uscita dal tunnel”.

Il motto della dottoressa senese è: “Nella misura in cui posso, se vedo qualcosa che non va, faccio qualcosa per cambiarlo”. Laureata giovanissima in  medicina, specializzatasi in Cardiologia e Anestesia, diplomata in Criminologia, Doretti spiega: “Avevo notato che i casi di violenza denunciati in questura erano molto maggiori di quelli delle donne che venivano in ospedale per essere curate. Da qui ho capito che c’era qualcosa che non andava in ospedale, che qui il meccanismo di assistenza si inceppava: ho capito che forse le vittime preferivano curarsi da sole piuttosto che esporsi a domande e dubbi da parte di chi le avrebbe assistite. Mancava, e in troppi ospedali italiani manca ancora, il personale di primo soccorso preparato a riconoscere i casi di violenza e a collaborare con colleghi e forze dell’ordine per aiutare chi in quel momento è solo, debole e incapace di reagire. Per questo è nato Codice Rosa che non punta a una eccellenza assoluta ma al fatto che dal più grande Policlinico al più piccolo punto di Pronto Soccorso ci deve essere,un “gender sensitive”, fortemente collegato con i centri antiviolenza, le forze dell’ordine, la procura in raccordo con le Istituzioni nell’accoglienza delle donne vittime di violenza, perché tutti possiamo essere  “sentinelle”di Codice Rosa.”

 Nel 2011, con la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra Regione Toscana e Procura generale della Repubblica di Firenze, il Codice Rosa divenne progetto regionale e da gennaio 2012, da Grosseto la sperimentazione si allargò alle aziende sanitarie di Arezzo, Lucca, Prato e Viareggio e dal gennaio 2013 a quelle di Pisa, Livorno, Empoli e alle ospedaliere universitarie di Careggi e Meyer. Nel gennaio 2014 si completò la diffusione a livello regionale, con l’inclusione al progetto delle aziende sanitarie di Massa e Carrara, Pistoia, Siena, Firenze, e a quelle ospedaliero universitarie di Pisa e Siena, con l’obiettivo di far emergere i  casi di violenza e abusi, nonché la cura delle vittime, garantendo la rapida attivazione degli uffici competenti delle Procure della Repubblica.
La dottoressa Vittoria Doretti è accanto ad Angela MerkelBebe Vio, Patty Smith, Elisabetta II, Michelle Obama. “Essere lì mi fa molto piacere – dice – dietro alla mia foto nella lista ci sono i visi di tutti gli operatori, gli infermieri, gli assistenti sociali, gli agenti delle forze dell’ordine e di tutti quelli che collaborano a questo protocollo, il Codice rosa non è il successo di una persona sola ma di tutta una squadra”.
Ricordiamo anche che nel marzo dello scorso anno la dottoressa Vittoria Doretti,ha vinto per “Donne che ce l’hanno fatta”, in occasione del Congresso mondiale delle donne dell’America Latina su iniziativa  di “Sportello donna” di Pavia, un premio per “Codice Rosa” e la tenacia che la vede da anni impegnata in prima persona nella lotta alla violenza sulle donne e su chi subisce ingiusti soprusi. “La violenza è molto subdola – conclude la dottoressa Doretti – non esiste un profilo psicopatologico preciso di chi la attua”. Ma soprattutto: “Non è amore se c’è violenza”.

fonte Stamp Toscana