L’amore non ha lividi, a Montemurlo inaugurata una panchina rossa contro la violenza di genere

Davanti al municipio, in piazza Amendola a Oste, sulla rotonda di via Labriola a Bagnolo tante scarpe rosse per ricordare le vittime di femminicidio

«L’amore non è mai violenza», esordisce così il sindaco del Comune di Montemurlo, Simone Calamai che oggi, nonostante il periodo di restrizioni per il contenimento della pandemia, ha voluto celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, con due iniziative di sensibilizzazione per dire:« basta girarsi dall’altra parte, basta giustificazioni: il problema della violenza di genere deve essere affrontato e combattuto con azioni concrete»Stamattina nel giardino “Mahatma Gandhi” di via San Babila a Osteinsieme all’assessore alle pari opportunità Valentina Vespi e alla presidente della Commissione pari opportunità, Amanda Ravagli, il sindaco Calamai ha inaugurato una panchina rossa contro la violenza con la scritta “l’amore non ha lividi”. Tutti coloro che d’ora in avanti siederanno sulla panchina rossa troveranno il numero telefonico 1522, il servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che raccoglie le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. Inoltre, oggi in varie zone della città i montemurlesi hanno trovato tante scarpe rosse, l’installazione voluta dal Comune per sensibilizzare sul problema del femminicidio. Tante scarpe rosse per ricordare le donne vittime di violenza, che dall’inizio del 2020 sono già oltre 90. Le scarpe sono state posizionate in luoghi simbolo della città: la scalinata del municipio, la rotonda su via Labriola e via Riva, la piazza Amendola a Oste.

« Queste sono solo alcune delle iniziative che abbiamo voluto promuovere in occasione del mese con la violenza sulle donne. – spiegano l’assessore Valentina Vespi e la presidente della commissione Pari opportunità Amanda Ravagli- Una ricorrenza che quest’anno abbiamo voluto dedicare al punto di vista di chi resta dopo l’uccisione di una donna, al loro dolore, alle loro privazioni. Abbiamo raccontato attraverso la pagina Facebook del Comune le storie di genitori, orfani, fratelli che devono molto spesso lottare da soli nella loro richiesta di giustizia per chi non c’è più. Anche in tempi di pandemia e restrizioni, abbiamo ritenuto importante dar voce ad un problema sociale che va affrontato non solo il 25 novembre ma durante tutto l’anno».