L’arte simbolo dell’anima per eccellenza Intervista doppia al gallerista Roberto Sparaci e all’artista Jackson Villamizar

  • Sparaci come nasce questa passione per il mondo dell’arte pop e contemporanea?

Nasce per merito di mio padre Silvio, il quale mi ha introdotto in questo mondo meraviglioso trentacinque anni orsono. Semplicemente poi la passione ha fatto il suo tramutandola in quello che poi sarebbe diventato un vero e proprio lavoro partendo dalla casa editrice che proprio quest’anno ha compiuto trentacinque anni di attività editoriale ininterrotta e che abbiamo voluto festeggiare con un bellissimo evento alla Biblioteca Angelica insieme a tantissimi amici, conoscenti, collezionisti, artisti e personaggi del mondo dello spettacolo a partire dall’amico Anthony Peth. Quella della divulgazione, promozione e valorizzazione degli artisti emergenti, ai quali crediamo sia giusto dare voce per mezzo delle nostre iniziative culturali, espositive ed organizzative deve essere il giusto premio per quell’autore che ha voglia di uscire allo scoperto.

  • Cosa privilegiano oggi i vostri clienti più appassionati? 

E’ una domanda difficile a cui rispondere, il mondo degli appassionati d’arte è probabilmente il più variegato, ma posso dire che consigliamo sempre l’acquisto “a sensazione”, diciamo che davanti ad un quadro o ad una scultura ci si deve “entrare”, si deve provare quella vibrazione in cui si percepisce che l’opera attragga per un motivo che va al di fuori della qualità pittorica o scultorea. Per ogni lavoro artistico c’è un possibile estimatore, è l’attrazione iniziale che la fa da padrona e nel caso di Jackson Villamizar a me personalmente questo è successo. Ho percepito quel qualcosa di nuovo, di diverso, di accattivante. Inoltre ha quella unicità che è il successo di ogni artista, quella unicità che fa riconoscere un’opera senza dover leggere il nome dell’autore. Questo è quello che si chiede ad un artista che molto probabilmente farà parlare di se. 

–  Attraverso l’incontro col gallerista Roberto Sparaci la nostra redazione individua uno fra gli artisti di punta del momento Jackson Villamizar, conosciamo meglio l’artista attraverso questa intervista:

      

          –  Quali sono le tecniche per la realizzazione delle sculture? 

Le tecniche che utilizzo per la realizzazione delle sculture sono frutto di un continuo processo di sperimentazione. Non avendo una base tecnica tradizionale, mi affido all’intuizione e all’esperienza che acquisisco di volta in volta. La struttura principale delle mie sculture è realizzata in carta, che costruisco in modo da creare una base solida e leggera. Una volta completata la struttura, lavoro per ottenere l’effetto corten e rame ossidato utilizzando polveri di metallo che successivamente ossido con acidi specifici. Tuttavia, l’interazione della carta con l’umidità durante il processo di ossidazione presenta delle difficoltà, che gestisco adattandomi alle esigenze di ogni progetto.

Ogni scultura ha forme e geometrie diverse, e solo attraverso il lavoro passo dopo passo riesco a capire come intervenire in modo efficace. In particolare, per le sculture di grandi dimensioni, ho imparato come rinforzare l’interno senza appesantire l’opera, garantendo comunque una struttura solida che ne preservi la stabilità nel tempo. La peculiarità delle mie opere è che non sono trattate con finiture, perché desidero che il processo di ossidazione continui a evolversi nel tempo, permettendo all’opera di mutare esteticamente e di raccontare una storia in continua trasformazione.

–  Stile unico e inconfondibile. C è un maestro a cui ti ispiri? 

Il mio maestro di ispirazione, anche se non come tecnica, è Salvador Dalí. La sua capacità di trasformare il sogno in realtà, creando universi distorti che mescolano il materiale e l’immateriale, è sempre stata una fonte di ispirazione per me. La sua visione surrealista, che gioca con il tempo, lo spazio e la percezione, ha aperto nuovi orizzonti nella mia ricerca artistica. La sua continua sfida alle convenzioni, la fusione di elementi onirici con dettagli realistici e la capacità di esplorare l’inconscio umano mi hanno ispirato a pensare all’arte come un processo di liberazione della mente. Lo stile di Dalí, con il suo uso audace di distorsioni e simbolismi, ha influenzato profondamente il mio approccio alla scultura, spingendomi a esplorare nuove forme e materiali per dare vita a mondi immaginari ed emozionanti.

–  Quali sono i prossimi progetti e appuntamenti futuri? 

Uno dei traguardi più significativi della mia carriera è stato ricevere il premio speciale durante la 19ª edizione del Laguna Prize a Venezia, evento ideato da Laura Gallon. Questo riconoscimento mi ha aperto la porta a una residenza artistica presso il Museo d’Arte Contemporanea Huacui di Sanya, in Cina, un’opportunità straordinaria per espandere la mia ricerca e sperimentazione creativa.

Durante questa residenza, avrà luogo un percorso che mi permetterà di esplorare nuove idee e linguaggi, culminando nella realizzazione di un’opera che rimarrà esposta nel museo, segnando un punto di arrivo significativo nella mia evoluzione come artista. Questo progetto rappresenta per me un’occasione unica di crescita e di contributo all’innovazione nel panorama dell’arte contemporanea.

– Nasce una stretta collaborazione con uno dei galleristi più rinomati della Penisola Roberto Sparaci, come si è instaurata la vostra sinergia artistica? 

La mia collaborazione con uno dei galleristi più rispettati della scena artistica italiana, Roberto Sparaci, è nata in modo molto naturale durante la mia partecipazione a Arte Genova nel 2025. Questa fiera ha rappresentato una tappa fondamentale del mio percorso, non solo come prima grande esposizione, ma anche per l’opportunità di entrare in contatto con una rete vasta di visitatori e professionisti del settore.

Tra queste persone, Roberto Sparaci e Alessandra Antonelli sono stati decisivi, coinvolgendomi immediatamente in un evento speciale che mi ha permesso di immergermi in un contesto ricco di storia e di grande valore artistico. È stata la prima volta in cui mi sono sentito davvero accolto e supportato da figure di spicco nel mondo dell’arte, che mi hanno fatto sentire al centro dell’attenzione e, soprattutto, creduto nel mio lavoro. Questo è un aspetto raro, che mi ha permesso di crescere e di affrontare con maggiore consapevolezza le sfide future, grazie alla guida e al sostegno di esperti che mi hanno fatto sentire parte di un mondo che, inizialmente, mi appariva lontano.

– Secondo le direttive del Dott.Sparaci e le sue affermazioni lei è uno scultore che farà parlare di sé, a cosa deve il segreto del suo successo? 

Il segreto del mio successo credo risieda nell’incontro tra la mia esperienza personale e le influenze culturali che hanno segnato la mia vita. La Colombia, con il suo contrasto tra bellezza naturale e difficoltà sociali, ha forgiato la mia sensibilità artistica. Quando mi sono trasferito in Italia, la tradizione artistica millenaria di questo paese ha arricchito ulteriormente il mio percorso, creando una fusione tra il mondo latino-americano e quello europeo che ha influenzato profondamente il mio approccio all’arte.

La mia infanzia, caratterizzata dalle difficoltà di un immigrato in un paese che non sempre accoglieva facilmente, ha alimentato una forza interiore che mi ha spinto a non arrendermi mai. In una famiglia non molto agiata, ho imparato a far fronte alle difficoltà inventando soluzioni creative e cercando sempre nuove opportunità. Questo spirito di adattamento e resilienza è diventato il motore della mia arte, che riflette un continuo desiderio di riscatto e di affermazione, affrontando le sfide della vita con determinazione. Le difficoltà non sono mai state un ostacolo, ma un’opportunità per crescere e creare opere uniche, testimoniando una lotta che mi ha temprato e che continua a ispirare il mio cammino artistico.