L’ennesima manovra truffaldina ai danni delle compagnie assicurative. Incidenti fasulli.

Ancora non si è staccata la presa al circolo vizioso delle truffe ai danni delle compagnie assicurative. Dopo che nel 2013 furono portati a processo medici, commercialisti, carrozzieri, avvocati, con l’accusa di aver costruito falsi incidenti, ancora oggi, nel medesimo territorio, ci troviamo dinanzi a casi simili.

Questa volta, però, ad essere finito nel mirino delle inchieste giudiziarie pare essere stato l’avvocato del Foro di Prato, Filippo Bresci, 44 anni, accusato di aver gonfiato sinistri stradali con referti medici fasulli, in modo da ingigantire i risarcimenti a discapito delle compagnie assicurative.

Una vicenda che quindi si ripete, anche se questa volta, fino adesso, pare che l’avvocato abbia fatto tutto da solo servendosi di certificati medici e referti ospedalieri falsificati, senza essersi servito della complicità da parte di medici.  

La compagnia Unipol Sai aveva ingaggiato un investigatore privato per avere maggiore chiarezza su particolari situazioni, perché aveva posato seri sospetti su almeno 14 dei certificati rilasciati da vari medici del pronto soccorso del Cto di Careggi.

Tutto ha avuto inizio il 7 luglio 2017, quando l’investigatore privato della compagnia assicuratrice Unipol Sai, Antonio Berneschi, si presenta al Commissariato di polizia di Rifredi Peretola e presente i 14 certificati medici riferenti agli incidenti stradali avvenuti nei luoghi di Firenze, Prato e Pistoia, mettendo in discussione l’autenticità del documento. E sulla base di questo, la procura di Firenze ha messo in piedi 36 casi di truffa alle assicurazioni e falso, che fanno appunto capo agli incidenti stradali denunciati.

L’investigatore ha dichiarato di essere andato a controllare all’ospedale di Careggi e di aver scoperto che quei certificati non erano mai stati rilasciati. La polizia ha così contattato i medici che risultavano firmatari dei referti e tutti hanno sostenuto di non sapere niente di quei certificati e quindi di non averli firmati.

La procura ha contattato inoltre tutte le persone che sono risultate beneficiarie nel corso del tempo dei rimborsi o che figuravano come conducenti o trasportati negli incidenti; e ci sono casi di persone che hanno affermato di non essersi trovate neppure a bordo, e perciò sorge il sospetto che alcuni sinistri siano addirittura completamenti falsi.

Nel corso delle indagini sono inoltre emersi altri particolari quali, a curare le pratiche dei sinistri, erano sempre le stesse carrozzerie, l’assistenza alla compilazione degli atti era stata curata da un solo studio e quasi tutti gli indennizzati per gli incidenti erano stati assistiti per i danni fisici dallo stesso avvocato Bresci, mentre per i danni materiali da un altro avvocato.

In conclusione, mentre il pubblico ministero avrebbe chiesto il carcere per il legale pratese, il gip ha ritenuto che l’interdizione di un anno dall’attività professionale sia una misura sufficiente a evitare il rischio della reiterazione del reato.