“L’ESORCISTA”, STORIA DI POSSESSIONE DEMONIACA
di Mario Tappia
Nel lontano 1973 la produzioni cinematografica statunitense lanciò la pellicola forse più spaventosa di tutti i tempi, “L’Esorcista“. Se non si trattasse poi del film più spaventoso di tutti i tempi, per lo meno l’horror rimasto nella memoria della gente più a lungo di ogni altro sicuramente sì. Un capolavoro diretto da William Friedkin, tratto dall’omonimo romanzo di William Peter Blatty.
Sono molte le voci che da oltre 40 anni girano attorno a questo film, leggende metropolitane, alcune vere e altre forse no, confessioni inquietanti che ti portano a riflettere. Si parla, per esempio, di almeno 10 persone che hanno preso parte alle sceneggiature del film e che hanno perso la vita durante le riprese, o comunqe prima ancora che uscisse al cinema. Notizie sicuramente vere queste, dando fiducia al fato che quando una persona muore vengono fatte le pratiche del decesso e depositate negli appositi uffici.
È stato anche detto di altre persone presenti sul set che hanno subito lutti familiari durante la registrazuione, o a breve distanza dal lancio del film. Di altre ancora che si sono ritrovate nella condizione di dover affrontare conseguenze psichiche.
Si parla inoltre che ci sia stato uno strano incendio all’interno del set e l’unica cosa che si è poi salvata è stata la cinepresa. Non è finita qui, ci sono altre cose ancora, fra cui un fulmine che è andato a colpire la croce sul tetto di una chiesa a Roma e che l’ha fatta precipitare nella piazza la sera della prima italiana proprio quando c’erano persone ferme in fila all’ingresso del cinema per fare il biglietto. Molte di loro, assistettero alla scena, s’intimorirono e decisero di desistere dalla visione del film.
Tutt’oggi continuiamo a parlare del film di Friedkin, che raggiunse subito popolarità malgrado fosse stato coperto da censura; e quasi 3 decenni più tardi ha rifatto la comparsa nella versione integrale, aggiungendo circa 11 minuti di scene inedite e scatenando la curiosità di molti appassionati. Tutto ciò dimostra quanto ancora sia attuale.
E la sua attualità è legata all’argomento in questione, le possessioni. Un argomento che ancora oggi, nonostante che la scienza cerchi di smentire, la gente comune e la Chiesa stessa affrontano. E per farlo non è necessario che se ne parli in presenza di una buia, fredda e burrascosa notte d’inverno, con il cielo carico di tuoni e lampi, perché si cali nell’atmosfera giusta. È un argomento che si affronta nelle parrocchie, ma anche in casa, in famiglia, fra amici dinanzi a un boccale di birra.
E la curiosità non coinvolge solo l’attenzione di chi ci crede, ma anche delle persone più scettiche, più agnostiche, per non dire perfino di quelle atee, che non sanno che il capolavoro di William Friedkin è il risultato di una storia di possessioni realmente accaduta nel 1949 in Missouri, e che la vittima era un ragazzino di 14 anni conosciuto con lo pseudonimo di Roland Doe, per salvaguardare la sua identità.
La notizia apparve sul Washington Post, da cui William Peter Blatty s’ispirò per lanciare nel 1971 il suo libro.
L’adolescente, di origine tedesca, era figlio di genitori cristiani luterani. Figlio unico Ronald Doe viveva con i genitori nella contea di Prince George, nel Maryland. Fra la serie di adulti che lo circondavano e con i quali interagiva, si distingueva in modo particolare la zia Harriet, una donna spiritualista che indusse suo nipote alla tavola Ouija.
Dopo la morte della zia di Ronald , in casa loro iniziarono a succedere cose particolari che insospettirono i genitori del ragazzino. Dalla sua stanza i genitori iniziarono a sentire rumori strani, come graffi provenire dall’interno dei muri. Ma soprattutto accadevano fenomeni inconsueti, incredibili e spaventosi, come il letto tremante e lo spostamento dei mobili per la stanza. Le scene che incontriamo anche nel film in questione.
Dunque la coppia sottopose l’adolescente a cure mediche; fu così ricoverato per alcuni giorni presso la Georgetown University Hospital, dove i medici lo rilasciarono con un certificato di buona salute. A quel punto i genitori del ragazzo, sempre più sospettosi, decisero di rivolgersi a un prete cattolico di Saint James Parish, nel Maryland, che dopo una specifica valutazione, ritenne che l’adolescente fosse posseduto dal diavolo.
Padre Hughes si mosse così per avviare le pratiche per l’esorcizzazione e quindi, d’accordo con l’arcivescovo di Washington DC, il ragazzino fu trasferito dalla contea di Prince George, al Missouri, dove qui ben 9 sacerdoti gesuiti presero parte al suo esorcismo.
Si trattò di una pratica molto complicata, ci vollero diverse settimane per riuscire a liberare il corpo di Ronaald Doe dal demonio.
Fra i padri che presero parte all’esorcismo ci fu anche padre Raymond Bishop, che tenne un diario di quegli incontri, e dal quale provengono molte informazioni sulla presunta possessione di Roland.
Il resoconto del diario di padre Bishop, riportato sul giornale Washington Post, narra che in data 18 marzo del 1949 «i Padri hanno iniziato le litanie dei santi, come indicato nel rituale dell’esorcismo. Nel corso delle Litanie, il materasso ha iniziato a tremare».
«(Roland) era sveglio. Il tremore cessò quando Padre Bowdern ha benedetto il letto con l’Acqua Santa».
«Le preghiere dell’esorcismo sono proseguite e (Roland) è stato afferrato violentemente così che cominciò a lottare con il suo cuscino e le lenzuola. Braccia, gambe e testa (di Roland) dovevano essere bloccate da tre uomini».
Un’altra voce comprende il seguente passaggio, in data 11 aprile, 1949: «A mezzanotte, i Padri pianificarono di dare (a Roland) la Santa Comunione, ma satana non lo avrebbe permesso».
«Anche quando l’istituzione del Santissimo Sacramento è stata letta a (Roland) il suo corpo venne graffiato e marcato. La parola “HELLO” (CIAO) comparve sul petto».
«Al momento della lettura degli Apostoli divenuti sacerdoti e della ricezione di nostro Signore nell’Ultima Cena, graffi apparvero dai fianchi alle caviglie, apparentemente come protesta alla Santa Comunione».
«L’immagine del volto del diavolo apparve apparentemente sulla gamba di Roland».
«In un primo momento, l’esorcismo fu un ripetuto fallimento. Ma il possesso finalmente si concluse quando, durante la sessione finale il giovane ragazzo improvvisamente gridò: «Satana! Io sono San Michele! Ti ordino di lasciare questo corpo ora!» Dopo di che il suo corpo ebbe un violento spasmo: «Se ne è andato!»
Della brutta esperienza vissuta da parte del giovane, secondo il diario di Padre Bishop, il ragazzo non ne ha mai voluto parlare pubblicamente. Oltre a questo, diventò un giovane molto bravo.
Negli anni successivi, gli analisti iniziarono a credere che il giovane avesse sofferto di un problema di salute mentale, come la schizofrenia o la sindrome di Tourette, a quell’epoca poco conosciuta.