Lezione di anatomia del Dottor Tulp (Rembrandt)
Chi commissionò quest’opera a Rembrandt fu la Corporazione Gilda dei Chirurghi.
La Gilda, ogni 5 o 10 anni commissionava un ritratto della dissezione di un cadavere ad un’artista e la fortuna vuole che fosse proprio Rembrandt a realizzare questa lezione di anatomia, tenuta pubblicamente, dal Dottor Nicolas Tulpe, sulla autopsia del braccio del cadavere di un giustiziato.
A quel tempo il pittore aveva solo 26 anni ed era arrivato da poco ad Amsterdam.
La “Lezione di anatomia del Dottor Tulp rappresenta sette personaggi intenti a seguire la lezione del Dottor Tulp.
E’ un ritratto di gruppo nel quale i soggetti non sono ripresi staticamente ma tutti sono ritratti in movimento e con bene impresse sui volti le emozioni di ciascuno.
Il dottor Tulp occupa gran parte della scena. Del resto è il personaggio principale…
Il Dottor Tulp è ritratto nel momento in cui sta separando i fasci muscolari con delle pinze metalliche dopo aver rimosso la pelle dell’avambraccio. Anche il palmo della mano è privo di pelle e si intravedono chiaramente muscoli e tendini. Con le pinze, il professore solleva i tendini e dimostra il movimento da essi prodotto muovendo la propria mano sinistra. Ai piedi del cadavere, su di un leggio, è aperto un grande volume che illustra le anatomie in questione. Si tratta di un libro famoso, in realtà, ovvero il “De Humani Corporis Fabrica” di Andrea Vesalio.
Secondo alcune interpretazioni il movimento che compie il professor Tulp con la mano sinistra è molto simile a quello che compie un pittore nel tenere il pennello. Questa evidenza potrebbe non essere casuale. Infatti, Rembrandt, nel rappresentare l’importanza della professione medica, fece un analogo elogio al mestiere dell’artista.
Il dottor Tulp indossa un abito molto elegante e un ampio cappello che indicano il suo grado di importanza all’interno della Corporazione.
Gli studenti che lo circondano hanno dato lo spunto, a Rembrandt per dipingere fisionomie ed espressioni diverse. Alcuni sono estremamente interessati, altri, quasi, ipnotizzati. Qualcuno, invece, sembra disgustato mentre i più zelanti osservano l’atlante di anatomia. I giovani medici indossano un’ampia gorgiera di tessuto plissettato mentre il professor Tulp orna il suo abito con un fine colletto di pizzo. Uno di loro, forse un assistente, tiene in mano un libro sul quale compaiono i nomi dei presenti. Gli ultimi due furono, probabilmente, aggiunti in un secondo momento come i due personaggi a sinistra.
Come sappiamo che questo dipinto è proprio un Rembrandt? C’è un piccolo dettaglio che ci fornisce la risposta. Dietro il gruppo dei medici, nel buio, si intravede un grande arco oltre il quale si trova la parete di fondo. Sul muro è esposto un grande foglio sul quale, come intestazione, compare il nome di Rembrandt e la data di realizzazione del dipinto: c’è scritto “Rembrandt. F 1632” dove la “F” sta per “fecit” dal latino ovvero “lo fece”.
La lezione di anatomia è da considerarsi un ritratto di gruppo, genere che Rembrandt ha contribuito a cambiare. Infatti, invece di rappresentare i personaggi allineati di fronte al piano del dipinto, i soggetti sono impegnati in una azione. Alla posa statica viene preferita, così, una narrazione che descrive la professione e il carattere.
Per rendere ancora più evidenti le emozioni di ciascun soggetto, Rembrandt si serve della luce: la fonte di illuminazione dell’opera arriva dall’esterno (a sinistra) e mette in risalto i volti di ciascuno.
Il volto del cadavere è però in penombra. Rembrandt usa una tecnica utilizzata in altre sue opere, chiamata “umbra mortis” ovvero “ombra della morte”.
Anche l’ambiente, senza arredi o architetture, è descritto dall’uso della luce. La profondità della scena è limitata ed è determinata per lo più dai corpi dei medici che si sovrappongono intorno al cadavere e al medico, e come accade nei casi di dipinti a fondo scuro, lo spazio attivo si contrae intorno alla zona nella quale sono ritratti i personaggi. Per sottolineare l’importanza del dottor Tulp quasi tutta la metà verticale di destra è concessa alla sua immagine. La sinistra, invece, è affollata dai presenti che si accalcano per assistere alla dissezione.
L’opera è rimasta esposta nella sala di anatomia della confraternita dei Chirurghi fino al 1828, poi venne acquistata da Guglielmo I D’Orange re d’Olanda per la sua collezione privata.
Oggi il dipinto è conservato al museo dell’Aja.