L’Italia agli arresti domiciliari, ma il furbetto di turno evade sempre. La mediocrità fa da padrona alle personali opinioni.
A seguito della firma del Presidente Conte sul Dpcm 9 marzo 2020, che prevede nuove misure restrittive per il contenimento e il contrasto del diffondersi del Coronavirus all’interno di tutto il territorio nazionale, i cittadini si trovano nella costrizione di mutare il proprio modo di vivere e le proprie abitudini; e per quanto tale provvedimento possa sembrare coercitivo, potrebbe essere una soluzione favorevole al beneficio della comunità italiana. Se così fosse, la domanda nasce spontanea: per quanto dovrà durare?
Come sempre accade quando vengono presi provvedimenti che vanno a scalfire le libertà individuali di ciascuno di noi, vi è sempre una parte di persone, prive di giudizio, che preferiscono trasgredire il provvedimento fintantoché la questione non arrivi a riguardare loro stessi. E adesso, nella situazione in cui ci stiamo trovando, ai disubbidienti sarebbe opportuno rispondere con vere e proprie misure cautelari per il bene generale, perché il solito furbetto, e furbetto poi quanto…, in questo caso non mette a rischio soltanto la propria salute, ma anche quella di altri.
La mancata osservanza dei dovuti provvedimenti, tuttavia, non riguarda soltanto il non rispettare gli spostamenti da fare o altre ristrettezze, ma riguarda anche i luoghi di lavoro. Ad oggi, i fornitori di mascherine protettive si stanno trovando al collasso per la valanga di richieste che c’è stata in queste ultime settimane e pertanto ci sono aziende che, malgrado la buona volontà di procurarsi il corrispettivo DPI, ne sono sprovviste. Allo stesso tempo, però, vi sono anche casi di dipendenti che, pur provvisti di mascherina, si ostinano a farne uso.
È la tipica mentalità dell’italiano mediocre, che si crede grande a non attenersi alle dovute regole per la salvaguardia della salute propria e del prossimo. Stessa cosa va detta verso coloro che si ostinano a rispettare personali ideologie prive di scienza e di fondamento che sarebbe opportuno farli incorrere ad ammende salate da ritirare dalla busta paga.
Fa specie, comunque, che persino un uomo di cultura come Vittorio Sgarbi diffidi della pericolosità del COVID-19, un virus che sta allarmando e devastando il mondo intero. Il critico d’arte sostiene che il Coronavirus si tratti del “virus del buco del culo“, affermando, con il suo tipico francesismo, che neppure esista e invita la popolazione a ribellarsi a questa – secondo lui – fandonia. Sostiene che non succederebbe nulla se tutti quanti tornassimo alla normalità di vita, ma intanto i casi di contagio aumentano, come aumenta il numero dei decessi.
Un altro caso inquietante riguarda le dichiarazioni scioccanti dell’influencer Victoria Tei, la modella che su Instagram non s’indigna a pubblicare foto sexy: «Del virus», dice, «non me ne frega un c…» «Io continuo a uscire. Quando morirà una persona di età tra i venti, trenta e quarant’anni, giovane e in salute, allora lì mi preoccuperò[…].» Forse è la giovane età a metterle in bocca certe frasi sconcertanti. Forse è la mancanza di maturità. Ma lei parenti anziani non li ha? A loro non pensa? Un cuore ce l’ha oppure il successo gli ha intorpidito quello come qualche altra cosa?
Comunque non resta che dire: «Ai posteri l’ardua sentenza.»