L’ITALIA È SALVA. SCHENGEN SOPRAVVIVERÀ PER ALTRI DUE ANNI.
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di Roberto Fiordi 30/01/2016
L’applicazione dell’articolo 26 dei Tratti europei, incoraggiati in prima linea dalla Germania e poi da tutti gli altri stati anti-immaginazione, sarebbe stata una vera e propria ghigliottina per l’Italia e per la Grecia.
L’articolo 26 include infatti la sospensione del Trattato di Schengen, ovvero quel Trattato che prevede la libera circolazione all’interno degli stati che ne fanno parte, senza l’obbligo di sottoporsi e controlli alle frontiere, e questo significherebbe per Roma e Atene tenersi in grembo i migliaia di profughi che sbarcano ogni anno dal Mediterraneo.
Si giungerebbe in questo modo a un vero e proprio collasso per entrambi i paesi chiamati in causa. A un’inarrestabile invasione di migrati impossibile da gestire per questi governi.
Erano sorte tensioni fra l’Italia e l’Europa, specie quando il premier Renzi aveva mosso accuse nei confronti del presidente della commissione Juncker e l’oggetto del contendere era i fondi da dare alla Turchia per i migrati siriani e la flessibilità sui conti pubblici. In questa fase il primo ministero italiano ha voluto mettere a punto che l’Italia non deve lasciarsi intimidire, perché merita rispetto. E aggiungere che la flessibilità è arrivata all’Unione europea solo dopo molte insistenze da parte del nostro paese. Sottolinea inoltre che l’Italia ha fatto, e sta continuando a facre, le riforme e che dunque è finito il tempo in cui Roma si poteva telecomandare da Bruxel. Adesso l’Italia può guardare avanti a testa alta.
Ma le dichiarazioni del premier avevano causato un effetto boomerang diplomatico in quanto l’Italia si è trovata a essere sempre più isolata con i suoi problemi.
Il 25 gennaio, ad Amsterdam, si è tenuta una riunione di Ministri dell’Interno Ue, dove a conclusione della riunione il ministro italiano, Angelino Alfano, ha dato l’annuncio che Schengen è salvo.
Sulla questione Schengen, il ministro Alfano aveva invitato tutti gli stati favorevoli alla chiusura del Trattato, spacciandola come fosse una soluzione favorevole anche per l’Italia, a rendersi conto che il nostro Paese, come pure la Grecia, non è in grado di arrestare il flusso migratorio in quanto è impossibile e impensabile ci fosse la possibilità di mettere filo spinato in mare. E in più ha ribadito anche che serve un impegno da parte dell’Europa per una redistribuzione dei profughi e il rimpatrio degli irregolari. Dunque è avanzata la richiesta alla Commissione europea di attivare le procedure previste dall’articolo 26 che prevedono anche, in certe circostanze, di prolungare dagli attuali sei mesi a due anni le misure di ripristino dei controlli alle frontiere interne.
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