Lorenzini sul Decreto sicurezza: «Rispetto la legge ma non la condivido e chiederò al consiglio comunale di prendere una chiara posizione politica»
Per il sindaco Lorenzini il decreto crea insicurezza e spinge nelle mani della criminalità le persone espulse dalla protezione umanitaria: «C’è la necessità di rivedere le norme sull’accoglienza, ma questa non è questa la strada giusta. Favoriamo piuttosto lavori socialmente utili che possano coinvolgere i richiedenti asilo come già accade a Montemurlo»
Il sindaco del Comune di Montemurlo, Mauro Lorenzini, non è tra i sindaci che hanno scelto la strada della disobbedienza civile sul decreto sicurezza, ma non è neppure tra i sostenitori del provvedimento verso quale esprime parole di viva preoccupazione:« Come sindaco ho giurato sulla Costituzione e ho il dovere di rispettare le leggi dello Stato, ma questo non vuol dire che condivido quanto espresso dal Decreto sicurezza, anzi chiederò al consiglio comunale di prendere una chiara posizione politica contraria al provvedimento e condivido la posizione presa dalla Regione Toscana che ha fatto ricorso alla Consulta». Per Lorenzini, infatti, la legge crea molti più problemi di quanti non ne risolva:« È un decreto “insicurezza” che butta sulla strada decine di migliaia di persone che così diventano emarginati sociali,facili prede dello sfruttamento della criminalità organizzata. Persone senza più protezione umanitaria né iscrizione anagrafica che diventano a tutti gli effetti fantasmi sul territorio, senza la possibilità di esercitare su di loro alcun controllo. Sbandati di cui non sapremo più nulla. La protezione umanitaria fino a oggi consentiva ai cittadini stranieri di studiare e di lavorare senza problemi. Con l’entrata in vigore del decreto da qui al 2020 rischiamo di avere circa 700 mila migranti irregolari, senza contare a tutti coloro che arrivano in Italia con il visto turistico e poi si perdono nel nulla, come i paesi asiatici e quelli dell’Est Europa. Se pensiamo che l’Italia ne espelle 7mila all’anno, ci vorranno almeno cent’anni per rimpatriare queste persone. Una situazione insostenibile che prima di tutto ricadrà sui Comuni, che si troveranno a gestire situazioni di emarginazione sociale e criminalità, perché queste persone per sopravvivere rischiano di diventare manovalanza fuori controllo della malavita».
Obbiezioni che per Lorenzini nulla tolgono alla necessità di una revisione del sistema di accoglienza sul territorio nazionale, ma ponendo la questione in altri termini: «C’è la necessità di rivedere le norme sull’accoglienza, ma questa non è questa la strada giusta. Favoriamo piuttosto lavori socialmente utili che possano coinvolgere i richiedenti asilo, che così avranno l’opportunità d’integrarsi e di “sdebitarsi” dell’accoglienza ricevuta. Il lavoro per i richiedenti asilo non può essere una questione affidata alla buona volontà dei Comuni e delle associazioni, ma deve diventare obbligatorio per legge. Solo lavoro è dignità e rispetto e fonte di vera integrazione. A Montemurlo da alcuni anni, grazie all’impegno di Auser e alla collaborazione di Coop 22, che gestisce il centro di accoglienza di via Lamarmora, inseriamo i richiedenti asilo in progetti di manutenzione degli spazi pubblici, oppure in progetti didattico – teatrali; ricordo lo spettacolo “Sei personaggi in cerca d’autore” realizzato con gli studenti dell’alternanza scuola lavoro del liceo Brunelleschi. Un lavoro che fa bene alla collettività e dà l’opportunità a queste persone di avviare percorsi positivi di integrazione e di crescita personale nel rispetto dei nostri valori. L’esclusione e la condanna alla clandestinità decisa dal decreto sicurezza, invece, porterà solo problemi».