Luca Maciacchini: le farmacie non sono chiuse. Noi non siamo perduti…
Il teatro canzone è un mondo di maschere allegoriche e di colori da cui però si vede chiaramente la luce degli occhi e la verità delle emozioni. Ma è anche il luogo perfetto per non mandarla a dire, truccando di parrucche la parola severa e il richiamo alle responsabilità. Si fa ironia, si ride, si recita. Non si scappa però: siamo tutti coinvolti. Luca Maciacchini è uno dei pochi ancora in armi su questo genere che negli anni andati ha segnato pagine importantissimi. Dal grande Gaber che lui richiama sfacciatamente in questo nuovo singolo, al magistrale Nanni Svampa che lui ha accompagnato come chitarrista nell’ultimo tratto della sua vita, artistica e terrena. Si intitola “La farmacia potrebbe anche non esserci” il nuovo disco di Luca Maciacchini, uscito per la RadiciMusic Records e che oggi si arricchisce anche di un altro estratto: il monologo finale, chiusa ideale di un concept lungo 9 tracce, 9 istantanee ragionate, sbeffeggiate, edulcorate e pettinate per il pubblico ludibrio.
«Non mi piace la definizione di “artista” .o meglio, ritengo che debbano essere gli altri a dire se lo sei o meno. Io mi definisco un libero professionista o lavoratore autonomo». L. Maciacchini
E tutta questa disamina si chiude con “…ma la farmacia c’è!”, siamo salvi se solo lo volessimo. Un monologo finale, lunghi piani sequenza e una voce fuori campo di distanze quasi antiche, un anacoreta dei tempi moderni. Eh si, nessuno si senta escluso. Quello di Luca Maciacchini è un disco che va letto prima di tutto, va seguito non tanto per il gusto del suono e della melodia quanto per la forma, per il circo, per le palandrane, per la poesie e per quel sentire critico che non lascia passare troppe scuse. Buona visione.