LUI È LEI E LEI È LUI DI FRONTE AL CONSIGLIERE COMUNALE

 

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di Roberto Fiordi  13/02/2016

La sposa in abito bianco e lo sposo in smoking nero, camicia bianca, fiocchetto nero al collo e fiore rosso nel taschino, è il ritratto di una normale coppia che vuol celebrare il matrimonio con rito civile alla presenza del consigliere comunale del comune d’Orbetello in provincia di Grosseto, dei testimoni e degli invitati. Una delle tante normali celebrazioni di matrimonio, se non fosse che il dipendente del comune li ha uniti in matrimonio chiamandoli ciascuno con il proprio nome originale. Niente di strano se non fosse che con Alessio ha chiamato lei e con Valentina ha chiamato lui. Un errore nella trascrizione dei nomi? Niente affatto, chi vestiva di bianco in origine era stato Alessio, mentre lo smoking stava rivestendo Valentina. La situazione che l’ufficiale del comune si era trovato ad avere dinnanzi era quella di una coppia di transgender, i cui nuovi nomi si sono tramutati in: Davide, 19 anni, e Alessia, 24, ma che ancora lo Stato non ha riconosciuto.

Una situazione che viene a concretizzarsi proprio a ridosso del dibattito parlamentare sulle unioni civili; quando s’infrange un braccio di ferro fra il Governo e la Cei (Conferenza Episcopale Italiana), a seguito delle dichiarazioni rese pubbliche del cardinal Bagnasco: << Auspico che la libertà di coscienza sia promossa con una votazione a scrutinio segreto >>. Alle sue dichiarazione si è scatenato l’inferno, e il premier Renzi gli è subito entrato a gamba tesa e ha risposto: << Decide il parlamento non la Cei >>. Ha poi aggiunto: << Ma il Parlamento prevede anche il voto segreto: deciderà Grasso e non la Cei se vi saranno le condizioni >>. Alle voci di Renzi si uniscono anche quelle del presidente del Senato Pietro Grasso che sottolinea che ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, ma sulle procedure vige la prerogativa delle istituzioni repubblicane e quelle della sua vice Valeria Fedeli, rafforzando che è il Senato che decide come lavorare e nessun altro. È evidente che le dichiarazioni del cardinale hanno fatto indispettire il premier: uno forse perché odia essere contraddetto, e due perché, come sostiene la senatrice Paola Binetti, quelle del presidente della Cei, Bagnasco, spaventano i sostenitori della linea legge Cirinnà. La deputata dell’Area Popolare, aggiunge inoltre, che la libertà di coscienza su temi importanti per la vita sociale come quello in essere, deve essere espressa a scrutinio segreto.

Tuttavia, anche sul tema Unioni Civili il Governo è spaccato.


  1. Immagine finte Google