Luigi Puccio, la mia visione dell’evoluzione tecnologica
Tra i protagonisti del Salone del Libro di Torino 2024 e con un calendario in costante aggiornamento, come la partecipazione all’IDM Istituto delle Motivazioni APS di Torino, Luigi Puccio, giurista, formatore, consulente legale e digitale, ricercatore indipendente e autore, è tra i nomi più interessanti e curiosi dell’editoria italiana. Nel suo ultimo libro, Human 4.0 la tecnologia per Servizio, da basso verso l’alto (La Rondine), l’autore ha deciso di parlare direttamente al lettore, non scendendo in troppi tecnicismi, ma riuscendo a mantenere un equilibrio tra temi e pensieri, tra emotività e realtà. Un’avventura per raccontare appieno l’uomo e la sua presenza in questo mondo. Un racconto umanistico sull’essenza dell’essere umano e il suo stretto rapporto con tutto quello che lo circonda. Le evoluzioni e le tecnologie come compromesso per descrivere l’uomo in tutte le sue forme e tutte le sue sfaccettature. L’evoluzione della specie raccontata attraverso lo sguardo per il futuro.
Ti sei mai chiesto perché qualcuno dovrebbe leggere questo tuo libro?
Ovviamente mi sono fatto questa domanda. Amici e colleghi, mi hanno confidato, di avvertire questo periodo di crisi. C’è un qualcosa che non va, non lo possiamo negare. Viviamo un periodo storico che vede il decadimento delle istituzioni, della religione e dei valori fondanti della nostra vita. Secondo me, in questo libro, ci sono scritti i futuri punti di riferimento che verranno, quelli che l’uomo deve tenere bene in mente per sopravvivere a questo mondo. Il libro, non darà mai tutte le risposte che cerchiamo, ma può essere un punto di partenza per uscire dalla confusione. Un modo per entrare in uno stato di tranquillità in questo momento di transizione.
Tratti tanto la questione informatica e tecnologica, ma possiamo dire che la tecnologia è utile anche per fare imprenditoria oggi, anche se con il rischio di una produzione standardizzata?
Sì e non solo per la produzione di beni, ma anche nella forma di comunicazione. Certo, bisognerebbe imparare anche ad offrire una certa diversità, altrimenti l’offerta rischia di essere troppo standardizzata. Questo mio discorso, può valere anche nel modo di vestirsi e di approcciarsi dei ragazzi di oggi, infatti tra loro c’è un’omologazione molto evidente, tra vestiti, tagli di capelli, stili di vita e linguaggi. Tornando all’imprenditore, egli, con questi strumenti, dovrebbe provare ad offrire un qualcosa di diverso, altrimenti il rischio è di proporre tutte cose uguali. Tuttavia, sono sicuro che ci sia qualcuno che continua ad offrire una sorta di originalità in quello che fa. Sono un’eccezione, ma dovrebbero essere la regola.
Nel libro fai riferimento al padre della robotica, Isaac Asimov e le tre leggi della robotica. Non c’è però il rischio di rimanere ancorati a concetti oggi in teoria superati?
Ovviamente è un rischio, il punto però, è: che uso ne faccio? Questi strumenti lì userò a mio vantaggio, per me o contro gli altri? Quindi, si ritorna al discorso di consapevolezza e al salto di coscienza necessario che il mondo ci richiede. Comunque, posso dire in anteprima che questa risposta verrà data nel mio prossimo libro. Al momento non mi sbilancio.
Rimanendo sul discorso della robotica, viene spontaneo chiedersi come si sta muovendo il diritto: stiamo nei tempi o prevedi che ci saranno diversi buchi normativi negli anni?
In molte aziende, sta ritornando la figura del filoso, anche perché si vuole capire i risvolti emotivi ed etici dell’Intelligenza Artificiale. Se l’azienda sta già cercando queste figure, secondo me, è positivo, anche perché si potrebbe così attutire il passaggio o ridurre comunque quel ritardo che potrebbe verificarsi a livello normativo. Quindi, secondo me stiamo in tempo, tuttavia la giustizia è una grande macchina che ha bisogno dei suoi tempi.
Se ti chiedessi di immaginare la vita quotidiana del futuro, cosa o come risponderesti?
L’ho immaginata e non la vedo così distante dall’oggi. Il tutto sta a capire come si utilizzeranno questi strumenti, se a vantaggio personale o a svantaggio di qualcun altro. Se mi faciliterà la vita, con le faccende domestiche e mi darà la possibilità di vivere e avere tempo libero, la tecnologia sarà utile. Anche perché la ricerca del tempo libero sarà un altra delle realtà del futuro. Tuttavia, se invece diventerà un surrogato dipendente, si andrà contro un rischio da non sottovalutare. Un abuso e un’automatizzazione dell’essere umano. L’interdipendenza verso le macchine non dovrà essere così forte.
Con la creazioni di nuove macchine, oltre il rischio di standardizzazione, non c’è il rischio che i lavoratori possano rimanere “vittima” di questo progresso tecnologico?
Il rischio c’è, ma sono dell’idea che, dove arriveranno le macchine, per l’essere umano sarà un motivo di grande evoluzione. Infatti, sono quasi certo che nasceranno nuovi lavori, nuove figure professionali e nuovi professionisti. Le rivoluzioni hanno sempre portato nuove possibilità; anche perché l’imprenditore avrà nuove problematiche e quindi avrà bisogno di gente specializzata per trovare le soluzioni. Sono quindi convinto, che questo progresso sarà in costante evoluzione e porterà nuove opportunità.