Messa alla prova, anche il Comune di Montemurlo firma la convenzione con il tribunale di Prato per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità
La firma alla presenza della presidente del Tribunale di Prato, Lucia Schiaretti. Si tratta di una prestazione non retribuita in favore della collettività. Il sindaco Simone Calamai:
Questa mattina il sindaco del Comune di Montemurlo, Simone Calamai, alla presenza della presidente del tribunale, Lucia Schiaretti, ha firmato la convenzione tra l’amministrazione comunale e il tribunale di Prato per lo svolgimento sul territorio di lavori di pubblica utilità. La normativa prevede, infatti, che, su richiesta dell’imputato, il giudice può sospendere il procedimento e disporre la messa alla prova, sulla base di un programma di trattamento predisposto dall’Ufficio di esecuzione penale esterna, subordinato all’espletamento di una prestazione di pubblica utilità. Il lavoro consiste in una prestazione non retribuita in favore della collettività, di durata non inferiore a dieci giorni, anche non continuativi, da svolgere presso lo Stato, le regioni, le province, i Comuni, le aziende sanitaria o presso enti o organizzazioni, anche internazionali nel rispetto delle specifiche professionalità ed attitudini lavorative dell’imputato. «Aderiamo a questo protocollo per la messa alla prova con soddisfazione e con la piena volontà di collaborare in modo concreto con il tribunale e l’ufficio esecuzione penale esterna per poter contribuire alle possibilità che l’ordinamento giuridico prevede rispetto alla messa alla prova. – ha commentato il sindaco del Comune di Montemurlo, Simone Calamai – Questo tipo di prestazioni lavorative, che saranno svolte a Montemurlo, rappresentano un modo di potersi avvalere, per un certo numero di ore e in forma completamente gratuita, di persone che hanno particolari professionalità e che potranno dare un contributo agli uffici comunali e più in generale alla nostra collettività». La messa alla prova può essere applicata solo per reati “minori” e dunque i richiedenti sono spesso comuni cittadini e, comunque, non si tratta mai di delinquenti abituali o di condannati per azioni particolarmente cruente ed efferate, nei cui confronti si applicano altri tipi di misure che, invece, sono alternative alla detenzione.
La responsabile dell’ufficio di esecuzione penale esterna, Alessandra Pellegrini, ha sottolineato il valore della messa alla prova:«Abbiamo un territorio variegato e accogliente e noi possiamo incrociare le peculiarità delle persone che arrivano nei nostri uffici per svolgere lavori di pubblica utilità e messa alla prova con le varie realtà del territorio. Finalmente riusciamo a convenzionarci con i Comuni e questo è un segnale che veramente si può fare anche una “giustizia di comunità”»