Montemurlo celebra la Giornata dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate e il sindaco Calamai richiama all’impegno per la pace

Notizia di ieri

Calamai nel suo discorso ha ricordato chi ogni giorno è impegnato nella tutela del bene comune: le forze di interposizione Onu Unifil in Libano, di cui fanno parte 1068 soldati italiani, e il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, ucciso nel 2010 per il suo impegno contro le mafie e i traffici illeciti

Il Comune di Montemurlo questa mattina ha celebrato la Giornata dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate. La cerimonia si è svolta al monumento ai caduti in piazza della Repubblica di fronte al municipio e vi hanno preso parte i cittadini e le associazioni del territorio. Il sindaco Simone Calamai, accompagnato dalla comandate della polizia municipale, Enrica Cappelli e dal maresciallo dei carabinieri di Montemurlo, Alessandro Cecchetti, ha deposto una corono d’alloro al monumento che ricorda le vittime di tutte le guerre. Il sindaco Calamai, nel ripercorrere le tappe storiche che portarono a quel 4 novembre 1918 che vide la fine della Prima Guerra Mondiale, ha voluto ringraziare tutti coloro che ogni giorno sono impegnati nella difesa dei valori di libertà, democrazia e pace, che sono a fondamento della nostra Repubblica. «Ogni guerra è la sconfitta dell’umanità e, proprio oggi che celebriamo la festa delle nostre forze armate, vorrei ricordare l’impegno del contingente Onu Unifil in Libano. – dice Calamai- Allo stato attuale i militari italiani in Libano sono 1068 e rappresentano a pieno i valori di ripudio della guerra espressi all’articolo 11 della nostra Costituzione. Queste donne e questi uomini, in un mondo di guerre, sono una forza di interposizione di pace e di ricerca di dialogo e per questo li ringraziamo per il loro impegno, la loro la dedizione a rischio della propria vita». Infine, il sindaco Calamai ha voluto ribadire che rispettare l’Italia significa operare quotidianamente per il bene comune, proprio come fece il sindaco di Pollica in Campania, Angelo Vassallo, ucciso nel 2010 per il suo impegno contro le mafie e i traffici illeciti.

Tra gli altri passaggi significativi del discorso di Calamai il ricordo di una componente femminile poco conosciuta durante il primo conflitto mondiale, quella delle “portatrici carniche”, contadine forti nel desiderio di pace e pronte a sacrificarsi per aiutare i militari al fronte durante la Prima guerra mondiale. Queste donne riempivano le loro gerle di contadine di viveri, medicinali, munizioni, risalivano gli antichi sentieri della fienagione e arrivavano sulle linee del fronte.