L’ALTRUISMO SILENZIOSO. COME IERI COSÌ OGGI. L’ORDINE DI MALTA ANCORA ADESSO.
«Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum», è da circa 1000 anni che l’Ordine di Malta si identifica così, nel significato stretto della frase: “difendere la fede e aiutare i bisognosi”…
L’Ordine di Malta è una delle maggiori realtà umanitarie a livello mondiale che opera in soccorso e aiuto dei poveri, bisognosi, ammalati e rifugiati senza guardare in faccia alla provenienza o religione che essi possano avere.
È un ordine religioso cavalleresco nato a Gerusalemme circa 1000 anni fa come Ordine degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme, con lo scopo di soccorrere, curare e aiutare i pellegrini di passaggio in Terra Santa.
I princìpi entro cui fu fondata la comunità monastica del tempo, riconosciuta poi nel 1113 da Papa Pasquale II come ordine religioso laicale, ancora oggi sono rimasti gli stessi. Si tratta di un ordine religioso laicale in stretto rapporto anche con la Santa Sede, pur operando autonomamente.
L’Ordine di Malta è una “congregazione” che, ovunque vi sia richiesta d’interventi umanitari, è sempre stata un’associazione fra le prime a mobilitarsi, vedasi quando i terremoti hanno colpito il centro Italia, lo stesso ha fatto per le alluvioni; e non solo, l’Ordine di Malta è intervenuto e interviene costantemente anche in quei luoghi flagellati dalla guerra, come è accaduto in Iraq, in Siria, in Turchia e in altri luoghi ancora.
L’Ordine di Malta mette subito a disposizione campeggi per i rifugiati, viveri, vestiario, coperte e perenne assistenza. Vi sono pure ambulanze che si muovono in cerca di gente disperata, senza cibo e senza casa. L’intervento dell’Ordine prevede pure la fornitura di medicinali per il primo soccorso. Oltre a questo viene messo il medico a disposizione del malato, con una presenza costante nel territorio per i malati cronici.
Nei paesi devastati dalla distruzione l’Ordine di Malta, col senso cristiano e umanitario che guida l’ordine, ha costruito strutture ospedaliere, scuole, si è impegnato nella realizzazione di acquedotti anche in quelle zone desertiche ove l’acqua giungeva assai razionata.
L’Ordine di Malta conta un nutrito numero di appartenenti fra ambasciatori, militanti e volontari e sono 106 i paesi in cui l’Ordine è accreditato.
A Roma, Villa Magistrale sull’Aventino, è la più suggestiva delle sedi dei Cavalieri con indosso lo stemma della Croce Ottagona, ed è qui dove vengono svolte le cerimonie più solenni.
È stato nel 1834 che, con la benedizione del papa, i Cavalieri dell’Ordine di Malta si stabilirono definitivamente a Roma. E le sedi dell’Ordine godono gli stessi benefici e prerogative di uno stato sovrano.
Lo straordinario impegno umanitario e sanitario dell’Ordine di Malta verso chi ha bisogno si svolge in silenzio, senza che vi siano clamori pubblicitari al seguito. E la bandiera con affissa la croce a otto punte, simbolo della Croce di Malta, in cui le otto punte rappresentano le otto beatitudini divine secondo San Matteo, è osservabile assieme a quella delle altre associazioni in qualunque parte del mondo ove si presentino guerre, pestilenze, calamità e carestie.
L’impegno degli appartenenti all’Ordine di Malta, oltre ad essere giunto là dove c’è stato il disastro dello Tsunami nel 2004 in Asia, là dove l’anno successivo – nell’Europa orientale – ci sono state anomale alluvioni, poi in Pakistan e in Indonesia, dove si è abbattuto un terrificante terremoto ed altro ancora, si è spinto persino in Afganistan, là dove il simbolo della croce non è ammesso.
Gli interventi messi in atto dall’Ordine di Malta hanno conseguito eccellentissimi risultati. Pure quelli realizzati nei paesi del Terzo mondo, dove la povertà, la miseria e le malattie devastano gli esseri umani. Interventi che comportano sacrificio personale, ma si tratta di un sacrificio che nasce dalla bontà d’animo di chi lo esegue.
Lo stesso possiamo dire anche nei paesi più sviluppati, come l’Italia, per dirne uno, dove il neo della povertà non è stato debellato. Nasce così la collaborazione da parte dell’Ordine di Malta e i parroci all’interno delle parrocchie al fine di porre assistenza alle famiglie disagiate che di volta in volta vengono individuate.
La collaborazione nasce anche fra le varie associazioni presenti sul territorio, come la Caritas per esempio, per far sì di non accavallarsi gli uni con gli altri.
In virtù di questo tipo di aiuto verso i nostri bisognosi, la preparazione dei pasti si svolge all’interno delle parrocchie, ma non solo, vi sono pure famiglie o locali di ristorazione che mettono a disposizione le loro vivande per il medesimo scopo.
Purtroppo, dati alla mano, il numero dei poveri è sempre più in aumento, influenzato dalla perpetua crisi finanziaria in corso che ha colpito, e che sta colpendo, un po’ tutti, e dal progressivo aumento di profughi e clandestini che quotidianamente approdano sulle nostre coste. Tale circostanza, però, comporta una proporzionalità nettamente inversa, perché all’aumentare di persone bisognose le risorse diminuiscono, e dunque si complica la gestione.