Pierfrancesco Nannoni: l’unica matematica possibile

Si fa critica sociale ma non di quella che cerca rivoluzioni, contestazioni spietate e discese di piazza a mano armata. Anzi… si gioca carte di poetico e folle romanticismo Pierfrancesco Nannoni con questo disco che dal titolo la dice lunghissima: “La matematica dell’anima”.

E forse è proprio il primo brano, “L’alto rappresentante” ha scendere sul tavolo le carte da gioco: una voce che nel mix sembra farsi spigolosa, una caratterizzazione forse appena più goliardica e recitate che melodica, quel senso di confessare che forse, tra ironia e fotografie del reale, si può essere altro dalla norma a cui ci stiamo abituando. E subito lo affronta nella title track dentro cui sfoggia anche una dimensione materica e futuristica nel suono che affida al digitale e al sintetizzato la sua natura. In fondo lo diceva sin dal 2022 quando scriveva (e oggi pubblica) canzoni che custodiscono frasi del tipo: “La penna dei poeti scrive i tuoi segreti…”: proprio ne “L’Uomo di spalle” che si immerge nelle ragione che muovono il mondo. Siamo noi… niente altro che noi. Nessuno escluso. E che bella “Contatto”, ennesima critica goliardica al mondo digitale di oggi con un bel suono in bilico tra futuro e modi circensi alla “ska” maniera.

Ma forse, dopo tanto peregrinare, il vero Nannoni si manifesta senza maschere ed eccessi e torna alla sintesi delle cose vere: “Stella marina (i tuoi occhi sanno molte cose)” è un dipinto che inevitabilmente si fa classico anche dentro le sue orchestrazioni. La Terra è l’ambiente, ma anche l’amore per la vita e le sue forme. L’amore per se. Sono cose che fanno di questo disco, che in prima battuta sembra severo ed egocentrico, un disco delicato e di umile onestà. La vita è nostra… a noi il compito di averne cura. Questa è l’unica matematica possibile.