Presentazione del giallo ambientato negli anni ’70 di Massimiliano Amatucci. “Legami di sangue” Nulla die edizioni. Sabato 1 aprile 2023 alla libreria IOCISTO a Napoli
Si presenta il primo aprile 2023 a Napoli l’ultimo giallo di Massimiliano Amatucci “Legami di sangue”, Nulla die edizioni, il terzo romanzo di una serie poliziesca ambientata alle falde del Vesuvio negli anni ’70. L’appuntamento è alla libreria IOCISTO alle ore 11,30. L’autore dialoga con i giornalisti Pino Cotarelli e Rita Felerico, tra le letture dell’attore Federico Siano.
Siamo negli anni della lotta operaia e il giovane commissario Profumo, originario di Napoli, dopo un primo periodo di stanza a Torino, viene trasferito al Sud come punizione per le sue simpatie socialiste. Inviato al commissariato della cittadina di Torre Annunziata, risolve un primo caso di omicidio, narrato in “L’agnello di Dio”, (Watson Edizioni) e una serie di tre diversi delitti, raccontati in “La catena dei Santi” (Nulla Die Edizioni). In questo terzo episodio la scena del crimine si sposta a Capri, dove il commissario insieme alla sua compagna e a un’amica, è stato invitato a uno sfarzoso matrimonio dell’alta società. Qui, un parente della sposa viene ucciso in modo brutale e ritrovato all’interno della Grotta Azzurra. In assenza di funzionari preposti, Profumo assume il comando del commissariato locale.
Amatucci si serve dell’indagine per descrivere vizi e virtù di un preciso contesto storico-sociale, rivolgendosi sia a chi ha vissuto in prima persona gli anni ’70, che a lettori nati più tardi e interessati alle vicende di un’epoca costellata di grandi cambiamenti non solo economici, ma anche civili e tecnologici. La trama poliziesca è caratterizzata da un taglio ironico e accompagnata da una storia d’amore dai contorni alquanto originali.
Un estratto dell’opera
La Grotta Azzurra era lì, davanti ai loro occhi.
L’accesso era basso e angusto, tre piccole barche di pescatori sembravano sorvegliare l’entrata. La motovedetta si accostò lenta a una di esse e Soriano con aria contrita, dopo avergli passato un fazzoletto per consentirgli di ripulirsi, si rivolse al commissario chiedendogli un ulteriore atto di coraggio.
«Dottore, dovremmo scendere. Occorre salire su una di quelle, per riuscire a entrare.»
Profumo era ancora scosso e l’operazione che gli veniva richiesta sembrava al di sopra delle sue possibilità, anche considerando il mare, che pure andava calmandosi, ma che non si era ancora acquietato del tutto.
Come sempre, il senso del dovere prevalse sul suo malessere e sui troppi interrogativi rimasti senza risposta. Se lo avevano portato sin lì, una ragione ci doveva essere e, se c’era stato un omicidio, forse toccava a lui scoprire il colpevole.
Salì con cautela sul piccolo guscio traballante che un vecchio pescatore governava a fatica con rapidi colpi di remi. Dietro di lui prese posto l’agente Soriano, che sembrava essersi caricato l’ingrato compito di fargli da balia. Si sistemarono sull’unica panca di legno a disposizione, oltre a quella su cui era seduto il barcaiolo che li accompagnò verso l’entrata, con l’acqua che a ogni metro sembrava essere sul punto di sopraffarli.
Arrivati proprio davanti all’ingresso della grotta, il commissario, che non c’era mai stato, si rese conto che anche con quella minuscola imbarcazione non era facile oltrepassarne la soglia. A causa dell’alta marea l’imboccatura era così bassa che i tre dovettero stendersi in maniera tale che il loro busto non superasse la murata della barca. Profumo, pur in preda a una tensione palpabile, si meravigliò non poco di come il loro nocchiero riuscisse a remare in quell’assurda posizione. Ma quel breve lampo di stupore fu nulla rispetto all’enorme sorpresa che ebbe, appena poterono rialzarsi, una volta dentro: incredibili riflessi azzurri sprigionati dal mare – divenuto quasi immobile – impregnavano le pareti rocciose tutt’intorno, in una meravigliosa suggestione di luce e colore. Quel momento di grazia durò troppo poco, sconvolto dall’orrore che si palesò senza preavviso ai suoi occhi, appena qualche metro più avanti.
L’autore
Massimiliano Amatucci nasce nel 1973 a Pomigliano D’Arco (NA). Laureato in Giurisprudenza alla Federico II diventa avvocato, professione che esercita ancora oggi. Dopo due anni a Londra, dove si dedica assiduamente alla scrittura, nel 2014 torna in Italia e si trasferisce a Torre Annunziata. Nel 2016 pubblica “L’agnello di Dio” (Watson Edizioni), che dà vita a una serie poliziesca ambientata nella provincia di Napoli degli anni ’70. Nel 2018 pubblica il secondo episodio della stessa serie “La catena dei Santi” (Nulla Die Edizioni). Nell’ottobre 2019 pubblica una spy story sul fondamentalismo islamico “In nome del Padre” (Kairòs Edizioni).