PRIMO MAGGIO A PRATO, FLUSSO DI PARTECIPANTI AL DI SOTTO DELLE ASPETTATIVE

Alle ore 10.45 di ieri, martedì 1 maggio 2018, da piazza Mercatale è partito il corteo della manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil dedicato alla sicurezza sul lavoro. La manifestazione ha raggiunto piazza Duomo passando prima per piazza San Marco, piazza delle Carceri, piazza San Francesco, piazza del Comune, via Guasti, via Muzzi e in fine, appunto, piazza Duomo dove si è svolto il comizio dei 3 leader sindacali, Susanna Camusso, Carmelo Barbagallo e Annamaria Furlan.

Il tema centrale di tutti e tre i leader sindacali è stata la sicurezza sul lavoro perché, nonostante i progressi che sono stati fatti o che si sarebbero dovuti fare, le morti bianche continuano ad essere tantissime. «Oggi siamo allo stesso livello di mortalità del 1911 e questo vuol dire che non stiamo facendo nulla. Si mette al primo posto il profitto», avrebbe detto Carmelo Barbagallo della Cisl, intervenendo prima della collega, Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, che ha aggiunto: «Tredicimila morti sul lavoro negli ultimi dieci anni sono il tributo che abbiamo pagato e che non vogliamo pagare più. Basta, non si può e non si deve morire di lavoro».

È certo che il numero dei morti nei luoghi di lavoro è devastante e per questo è necessario prendere provvedimenti in merito affinché possano diminuire tali incidenti mortali. È anche quanto afferma il capo dello Stato, Sergio Mattarella, al Quirinale, esortando le aziende a compiere un maggiore sforzo investendo sulla sicurezza e la salute negli ambienti di lavoro.

«Desta allarme la sequenza, purtroppo continua, degli incidenti mortali nei luoghi di lavoro», sono le parole del Presidente della Repubblica. «Il nostro pensiero va anzitutto alle vittime e al profondo dolore dei loro familiari a cui esprimiamo la nostra vicinanza. La prevenzione degli incidenti va rafforzata con investimenti sulla sicurezza e con controlli efficaci, che superino gli aspetti formali e assicurino risultati concreti per la garanzia della sicurezza delle persone».

Lo sforzo è necessario che le aziende lo facciano per garantire maggiore sicurezza negli ambienti di lavoro, ma è indispensabile che lo faccia anche il nostro Stato, dando maggiori possibilità alle imprese, anche dal punto di vista fiscale, di investire sulla sicurezza delle persone.

Le adesioni alla manifestazione di ieri a Prato, pur essendo state tante, sono risultate assai al di sotto di quanto previsto. Da una previsione di 6500 partecipanti, i dati riportati oscillano fra i 3000 e i 3500; circa la metà.

È probabilmente che si possa trattare anche di un segnale che le persone non prestano più fiducia nelle istituzione, né governative e né sindacali. Sono forse inutili, se pur reali e concreti, le esortazioni rilasciate dalla segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, ai politici: «Mi sembra che il Paese non si meriti il voto in autunno. Non ci si avvicina ai problemi del Paese continuando ad invocare il voto, servono cose concrete, mi pare che ci sia una responsabilità che le forze politiche devono assumersi. Noi chiediamo che i temi della sicurezza sul lavoro siano affrontati anche prima del nuovo governo. Abbiate il coraggio di usare le finestre che si sono aperte, di guardare ai programmi, di mettere al centro il lavoro: il Paese non si merita di andare ad elezioni anticipate».

Al comizio di Prato ha preso parte pure il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, rispondendo a uno dei manifestanti che gli ha gridato che il suo partito non si deve estinguere. «No, certo!», avrebbe detto. «Bisogna lavorare “tutti insieme». E alla stampa ha poi aggiunto: «Il problema non è come mi sento io. Io faccio il mio mestiere e sicuramente continuerò. Ma ho bisogno di fare un lavoro di squadra, non riesco ad immaginare il lavoro di un segretario fuori dalla collegialità, dall’idea di una squadra nel pieno rispetto delle opinioni di tutti, però marciando uniti».