Raoul Diddi, la riscoperta del poeta dimenticato
Una ricerca, intrapresa quasi per caso da due giovani studiosi toscani, ha permesso di rivalutare le opere del poeta e filosofo montemurlese, fondatore della rivista “Il bacchino”, morto in circostanze mai del tutto chiarite a soli 36 anni. Il sindaco Calamai:« Siamo felici di aver recuperato la memoria di un nostro illustre concittadino. Questo è solo il primo passo di un lavoro di ricerca e approfondimento sulla sua figura»
Raoul Diddi quest’anno avrebbe compiuto cent’anni. Poeta, scrittore, filosofo, fine intellettuale, fondatore nel 1947 della rivista di lettere e arti “Il Bacchino”, probabilmente oggi il suo nome ai più non dirà nulla. Raoul Diddi (nato a Montemurlo nel lontano 1921), e la sua opera poetica, infatti, forse sarebbero caduti per sempre nel dimenticatoio, se per un caso fortuito due ricercatori toscani di Cortona (Arezzo), Alessandro Ferri e Stefano Duranti Poccetti, curiosando tra le bancarelle di libri di piazza della Repubblica a Roma, non si fossero imbattuti in lui attraverso il libro Nuovi poeti, raccolti nel 1950 da Ugo Fasolo (Ed.Vallecchi), una pubblicazione che tra i tanti nomi cita anche il poeta montemurlese, di cui pubblica il frammento d’esordio del suo Poema distrutto.
Ferri e Duranti Poccetti – dottorando in filologia della letteratura italiana all’Università per Stranieri di Perugia il prima e giornalista e traduttore il secondo – iniziano così ad appassionarsi a Diddi e alla sua poetica, tanto da dedicargli un articolo di ricerca e approfondimento (Il Poema distrutto di Raoul Diddi. Quando la bellezza cede alle macerie) che nelle settimane scorse è stato pubblicato sulla rivista letteraria “La battana”. Un lavoro di recupero della memoria che ha coinvolto anche il Comune di Montemurlo, dove si erano perse le tracce di questo intellettuale, che forse nel tempo avrebbe fatto molto parlare di sé, se non fosse morto a Firenze nel 1957, a soli 36 anni, in circostanze misteriose, mai del tutto chiarite.
«Quando siamo stati contattati da Alessandro Ferri e Stefano Duranti Poccetti ci siamo resi conto di non avere molte informazioni su questo nostro illustre concittadino, del quale siamo felici di aver recuperato oggi la memoria. – spiega il sindaco Simone Calamai – Credo che la pubblicazione di questo articolo possa rappresentare solo il primo passo di un lavoro di ricerca e approfondimento sulla figura di Raoul Diddi. Il Comune di Montemurlo, infatti, negli ultimi anni sta conducendo un importante progetto di valorizzazione della sua storia e della sua memoria attraverso la riscoperta di personaggi legati al territorio, da Cristiano Banti a Umberto Brunelleschi. Una costruzione identitaria alla quale oggi aggiungiamo un nuovo tassello».
Raoul Diddi nacque a Montemurlo in via di Fornacelle, a pochi passi da quella che oggi è la biblioteca comunale “Della Fonte”, il 16 gennaio 1921. La madre, commerciante a Prato, aveva origini lombarde, il che spiega perché il figlio, dopo il ginnasio al Cicognini, proseguì gli studi classici nella bergamasca. Nel 1947 Diddi fondò “Il Bacchino”, «una rivista di lettere e arti di impostazione eclettica». La pubblicazione, che rivendicava l’origine pratese fin dal nome, annoverava tra i propri collaboratori personaggi come Ardengo Soffici, Giuseppe Donnini, Persio Nesti, Giuseppe Rigacci, Aldo Capasso, Oskar Kokoschka, Armando Spadini, Felice Carena, Gemma Licini. Nel 1948, Diddi vinse un lauro al Premio San Pellegrino. Nello stesso anno, ottenne anche il primo premio al Concorso Nazionale di poesia indetto dalla rivista Ausonia del co-laureato a San Pellegrino Luigi Fiorentino. L’anno successivo pubblicò la sua prima e unica raccolta, “Miti e altre poesie”, per i tipi del Girasole (Roma-Rieti), con disegni di Rinaldo Burattin (1914-1998). Negli anni che precedettero la morte, Diddi fu protagonista di un’intensa produzione lirica e pubblicistica, e trovò spazio su numerose riviste italiane. Morì a Firenze il 25 dicembre in un letto dell’Ospedale di Santa Maria Nuova dopo il volo da una finestra, mascherato probabilmente da suicidio.
«È sorprendente leggere oggi “Il poema distrutto” di Diddi una poesia incolume agli urti del tempo– concludono Ferri e Duranti Poccetti nelle loro considerazioni – La Poesia del Diddi merita senza dubbio l’aggettivo di Grande, degno di quei versi immortali, non devoti a idoli e tendenze, ma tendenti all’alto, all’autenticità, a Dio, alla rara ispirazione e per questo immortali.»
Chi sono i due ricercatori che hanno condotto la ricerca su Raoul Diddi
Alessandro Ferri è nato a Cortona il 19 ottobre 1987. Vive a Cortona e si è laureato in didattica dell’Italiano a Stranieri presso l’Università per Stranieri di Perugia (2015 e 2017). Attualmente è dottorando in filologia della letteratura italiana presso il medesimo Ateneo. Tra i suoi interessi scientifici, la poesia volgare toscana del XV secolo (ha scritto la voce sul rimatore Comedio Venuti nel vol. 98 del Dizionario Biografico degli Italiani Treccani ed è in procinto di pubblicare l’edizione critica del De laudibus patriae dello stesso Venuti; sta concludendo inoltre l’edizione critica dell’Anima Peregrina, poema allegorico di ispirazione dantesca scritto dal domenicano fiorentino Tommaso Sardi tra il 1494 e il 1509), la didattica delle lingue (ha curato Quarant’anni di ricerca in Linguistica applicata (1974-2014). Scritti di Anna Ciliberti, Perugia Stranieri University Press 2019), la storia della lingua italiana (ha scritto voci del Tesoro della Lingua Italiana delle Origini e contribuito al volume L’epidemia. Le parole e l’interpretazione delle parole, Franco Cesati 2020), la cultura locale cortonese (ha curato tre pubblicazioni dell’Associazione per il Recupero e la Valorizzazione degli Organi Storici della Città di Cortona). Collabora con testate giornalistiche locali (ValdichianaOggi, Radio Incontri inBlu).
Stefano Duranti Poccetti è nato ad Arezzo il 27 marzo 1987. Vive a Cortona e si è laureato in Discipline Letterarie Artistiche e dello Spettacolo. Giornalista pubblicista dal 2010, è fondatore e direttore del quotidiano web Corriere dello Spettacolo. Collabora alle testate Il Giornale (inserto Il Giornale Off), Il Borghese, Sipario, La voce del popolo (quotidiano per italiani in Slovenia e Croazia), Il Corriere di Arezzo, Opera Life, L’etruria. Ha curato inoltre per La Fenice Channel, radio web del Gran Teatro la Fenice di Venezia, la rubrica “Evocazioni musicali, alla scoperta di nuovi continenti”, in uno spazio condiviso con rubriche di importanti personalità, quali Philippe Daverio, Leonetta Bentivoglio e Quirino Principe. Dal punto di vista letterario, ha pubblicato “La voce dell’alba”, “Storie del Santo Maledetto”, “Per una nuova Commedia dell’Arte”, “Frammenti dalla Senna”, “Frammenti di baseball”, “Mortali e Immortali” e “Don Chisciotte in frammenti”. Suoi contributi (poesie, drammi, saggi, articoli vari) sono stati riportati in alcune testate, quali: Teatro Contemporaneo e Cinema, La Battana, l’Osservatorio Letterario – Ferrara e l’Altrove, Alessiobaroncini.it, La Repubblica e Il Secolo d’Italia. In passato è stato ospite alla trasmissione radiofonica “Prima di tutto” in onda su Radio1 Rai. Come interprete letterario della lingua francese, ha tradotto liriche di Victor Hugo, Pierre de Ronsard e Louise Colet, quest’ultime pubblicate in un servizio uscito sul numero di marzo 2020 sulla rivista Poesia di Nicola Crocetti. Con Nulla Die ha pubblicato la sua traduzione dell’opera “Les Chevaliers errants” di Victor Hugo.