SESSO, DROGA, REGALI. MINACCE E RICATTI. IL NANO DI TERMINI, LA VITTIMA DEI SUOI OSSESSIVI AMORI.
Un piccolo uomo dotato d’intelligenza formidabile e di eccellente sapienza. Un uomo colto che non supera il metro e trenta di altezza. Domenico Semeraro, questo è il suo nome. Di lui girano voci che possegga quella dote nascosta per cui le donne impazziscono. È lui stesso forse che si vanta d’avere, come pure di essere un grande casanova. Sostiene che molte ragazze siano passate per il suo letto. Persino giovani donne, belle e alte.
Ad andare contro la sua tesi, però, è Tania, la sua ultima fidanzata. Una ragazza che non raggiunge il metro e sessantacinque. È ancora sedicenne quando si fidanza con lui, che ne ha 26. Tuttavia la loro strada sembra dover essere quella del matrimonio, se non fosse che Semeraro cambia idea. I genitori della ragazza lo denunciano allora per violenza sessuale. Al processo, però, il giudice riconosce la tesi dell’imputato, secondo la quale, data la sua statura, non avrebbe potuto sovrastare la fidanzata.
Ma Mimmo Semeraro ha con sé alcuni segreti…
Roma, 26 aprile 1990, sotterrato in una discarica in zona Prenestina, alla periferia della città, viene rinvenuto all’interno di un sacco nero il corpo senza vita di Domenico Semeraro, il Nano di Termini. È chiamato così dalla gente non solo per la sua statura, ma anche per l’assidua frequenza alla stazione Termini che lui avrebbe avuto in cerca di amori. Amori particolari…
Il corpo senza vita dell’uomo si presenta tumefatto. I segni di percosse che riporta sono i segni di chi su di lui si è accanito con veemente odio.
Ma chi può essere stato?
Domenico Semeraro, il Nano di Termini, nasce a Ostuni, in provincia di Brindisi, nel 1946. I suoi problemi iniziano a manifestarsi in età adolescenziale, quando inizia a rendersi conto che la sua statura non cresce. Affianco alla consapevolezza del difetto fisico e alle prese in giro da parte dei suoi compagni, si fa strada in lui il timore di non poter mai avere una storia d’amore con una donna.
L’ossessione d’inferiorità nei confronti dei suoi coetanei diventa sempre più opprimente in lui. La sua esistenza, dinanzi alla denigrazione, alla derisione e alla commiserazione della gente, si fa sempre più ostaggio di sofferenze; e la sua personalità diventa sempre più complessa.
Gli investigatori, in casa dell’uomo, rinvengono materiale pornografico e oggetti per giochi erotici. Su di lui emergono inoltre segnalazioni alla magistratura per la sua personalità perversa. E le indagini, sempre sul Nano di Termini, portano alla luce denunce per emissioni di assegni scoperti e truffe di vario tipo. Potrebbero essere molte le persone ad avercela avuta con lui.
L’assidua frequenza alla stazione Termini da parte di Domenico Semeraro è dovuta probabilmente al fatto che lui abbia dovuto rassegnarsi all’idea che mai e poi mai avrebbe potuto avere una regolare vita matrimoniale e coltivare un normale amore con una donna e che ciò, dunque, lo abbia spinto a rivolgere le proprie attenzioni verso persone del suo stesso sesso.
I ragazzi giovani sono il suo obiettivo. Ragazzi fragili, delusi, in cerca di aiuto. E lui si rende la persona che comprende le inquietudini di ciascuno di loro, che si fa oggi padre e oggi amico, e fa sì che ognuno possa trovare in lui quella fiducia, quella sicurezza e quell’amore finora negatigli. Altresì, Semeraro, fa sentire il giovane importante, amato. E alla predisposizione umanitaria aggiunge pure generosi regali al fine di poter manovrare il ragazzo sempre e a suo piacimento. Quando, però, ciò non accade, sulla sua giovane preda fa scattare la trappola del ricatto e della minaccia.
Estate 1986. Egli di mestiere fa l’imbalsamatore ed è il titolare del laboratorio Igor Taxidermist, dove appunto s’impagliano animali morti, specie quelli di piccole dimensioni. Al suo laboratorio si presenta un giovane di 17 anni, Armando Lovaglio, in cerca di lavoro. Questo giovane diventerà presto il suo amante, ma sarà persino il suo carnefice.
Gli occhi neri del giovane e i suoi aggraziati lineamenti rapiscono immediatamente Semeraro, che lo assume all’istante. Pochi giorni dopo l’assunzione, Domenico compra al neo assunto una motocicletta che il giovane tanto desiderava. E lo accompagna a prendere lezioni per la patente “A”. Frattanto lo riempie di coccole e attenzioni.
Non passa molto tempo che Armando è in suo potere. Nasce fra loro il sesso. Inizialmente timido, ma poi sempre più insistente. Sempre più morboso. E sempre più spesso il ragazzo resta a dormire nel laboratorio del Nano di Termini. L’affetto che non riesce a trovare in suo padre, giacché i loro rapporti sono tutt’altro che buoni, lo trova in Semeraro.
È il 1988, e allo studio di tassidermia si presenta una ragazza spigliata, gentile, dall’aspetto gradevole, di nome Michela Palazzini, in cerca di lavoro. Anche lei fa colpo sul titolare, che non disdegna del tutto dell’altro sesso. Anche la ragazza non ha una famiglia alle spalle che la segue. Così in breve tempo si costruisce un rapporto a 3. Fino a quando i 2 giovani s’innamorano l’uno dell’altra.
Vorrebbero che il loro rapporto diventasse un normalissimo rapporto di coppia. Vorrebbero fuggire dal dominatore, ma non è semplice. Soprattutto non lo è per Armando, che sente un forte bisogno di confidarsi con quell’uomo tutte le volte che nascono liti in famiglia o anche con Michela.
Circa 2 anni dopo la sua assunzione, è il 1990, Michela resta incinta di Armando. Sarebbe l’occasione propizia per liberarsi del Nano di Termini, ma lui custodisce in cassaforte fotografie oscene di loro 2 in atteggiamenti sessuali, in cui Armando posa anche truccato da donna. E oltre a questo, Semeraro, possiede anche registrazioni di conversazioni fra loro mentre parlano di droga.
La situazione diventa ancor più complessa perché oltre a tutto questo il Nano di Termini, per l’amato Armando, aveva stipulato polizze assicurative che nel tempo gli avrebbero fruttato denaro, e in più lo aveva nominato suo procuratore generale e dunque, trovandosi Armando titolare di quella carica, era succube della minaccia che Semeraro gli faceva di coinvolgerlo in qualche affare che lo avrebbe rovinato.
Nel 1990 nasce la figlia di Armando e Michela. La situazione si complica dell’altro. Il Nano di Termini propone di andare a vivere tutti assieme, ma in realtà il suo progetto è quello di sbarazzarsi quanto prima della ragazza. Armando lo asseconda. La sera del 25 aprile dello stesso anno, raggiunge Domenico al laboratorio. Anche Michela fa la medesima cosa dopo aver lasciato la bambina alla madre. Quando giunge sul luogo fa una scenata. Non vuole una convivenza del genere.
Armando agisce come se si fosse lasciato influenzare da Michela quando gli dice che suo padre accetta di ospitare tutti e 3 in casa sua e quindi prende la decisione di andare via con lei. A quel punto, però, il Nano di Termoli non ci vede più dalla rabbia. Prende un taglierino e si scaglia contro Armando. Michela scappa fuori. Armando nel frattempo lo disarma e lo uccide. Poi chiama la fidanzata.
Chiamano i genitori di Armando e viene confessato loro il delitto. La madre del ragazzo è esterrefatta. Dice a Michela di andare subito da lei. Nel frattempo la donna chiama i carabinieri. Armando e Michela chiudono il corpo del piccolo uomo in un sacco nero di nylon e lo abbandonano nella discarica a cielo aperto.
Giunti poi a casa della madre di Armando, passa poco tempo che arrivano gli uomini in divisa. Al processo Armando dovrà scontare 15 anni per omicidio, e Michela riceve una condannata a un anno per occultamento di cadavere, pena sospesa e senza menzione sulla fedina penale.