Siglato il piano sicurezza anticontagio per i luoghi di lavoro, ma Confcommercio protesta: «Nuove stringenti disposizioni a carico dei datori di lavoro per la sicurezza delle attività»

È stato siglato ieri, sabato 18 aprile, dalla Regione, dai datori di lavoro e dalle parti sociali il piano sicurezza anticontagio nella aziende, nelle imprese e nei negozi.

Una nuova ordinanza, sancisce le regole del nuovo piano di sicurezza anticontagio nei luoghi di lavoro in Toscana, e sono norme valide sia per le attività già aperte sia per quelle che dovranno aprire nelle prossime settimane. Non rientrano nella normativa la sanità, i cantieri e le aziende dei servizi pubblici locali. 

Si tratta di un protocollo siglato a seguito dell’intesa regionale con i datori di lavoro e le parti sociali. Le disposizioni prevedono la distanza di almeno 1,80 metri fra un lavoratore e l’altro nelle fabbriche, l’obbligo della mascherina chirurgica da indossare, che dovrà essere il datore di lavoro a fornire, il divieto di recarsi al lavoro con febbre o sintomi influenzali. È d’obbligo la sanificazione almeno una volta al giorno e la presenza di dispenser con gel disinfettante all’interno delle attività.

Le aziende dovranno inoltre organizzarsi al fine che si possano rispettare le previste distanze fra i lavoratori anche nel servizio mensa.

Anche per i negozi, la Regione ha previsto norme specifiche: igiene, installazione di pannelli di separazione fra clienti e lavoratori, obbligo di mascherine e guanti monouso per tutti e gli accessi dovranno essere scaglionati.

Tutti i datori di lavoro, a partire da oggi, dovranno redigere un protocollo di sicurezza anticontagio da spedire alla Regione entro 30 giorni. In esso dovranno essere riportate le misure messe in pratica previste dall’ordinanza. I controlli saranno effettuati da parte dei servizi di igiene e da chi si occupa di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Confcommercio ribatte: «Nuove stringenti disposizioni a carico dei datori di lavoro per la sicurezza delle attività» e sostiene che ci vorrebbe un clima più collaborativo per programmare la riapertura delle attività e che non sia accettabile penalizzare datori di lavoro e negozi di responsabilità e costi che vanno ben oltre le loro possibilità.