Stamani l’inaugurazione del monumento al brigadiere Metello Mazzei al cimitero di Rocca

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Il sindaco Simone Calamai: «Ricordare Metello per non dimenticare chi è caduto per la nostra Patria e i valori della nostra Repubblica». Il presidente dell’associazione carabinieri di Montemurlo, Gianluca Messineo:«Metello morto perché si rifiutò di collaborare con i nazisti».Presente il prefetto Adriana Cogode, il questore Giuseppe Cannizzaro e il comandante provinciale dei carabinieri, Francesco Zamponi

È stato inaugurato stamattina al cimitero comunale di Rocca, nell’area riservata ai caduti di tutte le guerre, il monumento eretto in memoria del brigadiere dei carabinieri Metello Mazzei e, insieme a lui, dedicato a tutti i carabinieri montemurlesi morti in guerra. Alla cerimonia erano presenti la prefetto di Prato, Adriana Cogode, il questore Giuseppe Cannizzaro, il comandante provinciale dei carabinieri, Francesco Zamponi, il comandante della Guardia di Finanza di Prato, Massimo Licciardello, le associazioni d’arma e di volontariato del territorio. Ad aprire la cerimonia è stato Gianluca Messineo, presidente dell’associazione nazionale carabinieri sezione di Montemurlo, che ha ripercorso la vita di Metello Mazzei, morto ad appena 23 anni in un campo di concentramento nazista per prigionieri di guerra a Dorsten in Germania e per 78 anni creduto disperso. Il drappo rosso e azzurro che copriva il monumento, scortato da due carabinieri in alta uniforme, è stato scoperto dal nipote di Metello, Giuliano Mazzei, insieme alla prefetto, al sindaco Calamai, al colonnello Zamponi e a Messineo. Giuliano Mazzei ha assistito commosso alla cerimonia insieme agli altri familiari, Moreno e Giuliana e a quelli di altri carabinieri della zona dispersi in guerra.

Messineo si è imbattuto nella storia di Metello nel corso di una ricerca per la stesura del libro «Mio nonno era un carabiniere» negli archivi storici dell’Arma ha trovato un foglio ingiallito con i nomi di 95 brigadieri toscani ex internati, morti nei campi di concentramento nazisti e tra questi, quello del montemurlese Metello Mazzei. I resti del giovane carabiniere sono stati rimpatriati a Montemurlo dalla Germania lo scorso 31 ottobre e tumulati nel cimitero comunale, sopra al quale è stato eretto il monumento realizzato da Giovanni Graziani, mentre il fregio in bronzo è stato eseguito da un artigiano di Pietrasanta.

«Ricordare Metello significa non dimenticare chi è caduto per la nostra Patria e per i valori fondanti della nostra Repubblica: libertà, giustizia e pace. – ha detto il sindaco Simone Calamai – Soprattutto in questo momento così difficile, con una guerra alle porte dell’Europa, è importante fare memoria del passato e chiedere con forza la pace». Messineo ha ricordato il valore di Metello che «si poteva salvare ma non volle collaborare con i nazisti. Non sarà un eroe da manuale ma Metello ha dato la vita per tutti noi. Se oggi viviamo in uno stato democratico lo dobbiamo a persone come Metello». Ha chiuso la cerimonia il discorso del comandante provinciale dei carabinieri, Francesco Zamponi che ha ricordato i carabinieri morti in guerra e i valori che animano ogni giorno chi indossa la divisa dell’Arma a servizio della comunità.