Stoffe rivendute all’asta, Lorenzini dà ragione a Cavicchi di Confindustria “Mancano i requisiti di sicurezza e tracciabilità”
Il sindaco del Comune di Montemurlo interviene sottolineando che, pur trattandosi di un’operazione legittima, si mettono sul mercato stoffe di dubbia provenienza e si interroga sul problema della salute per i consumatori
Il sindaco del Comune di Montemurlo interviene sulla questione delle stoffe sequestrate all’imprenditore cinese di Prato e rivendute all’asta e concorda con quanto affermato da Andrea Cavicchi, presidente della sezione Sistema moda di Confindustria: «Non metto in discussione che si sia agito nel rispetto delle leggi, ma ha ragione Cavicchi quando dice che si rimettono in circolazione tessuti, di cui, a quanto pare, non si sa niente, né da dove vengano né come sono stati realizzati e con quali garanzie di salubrità. Mancano quindi i requisiti di sicurezza e tracciabilità, che sono la principale forma di tutela per il consumatore finale che indosserà capi di vestiario realizzati con queste stoffe. Mi auguro, ad esempio, che siano state fatte le adeguate verifiche sui coloranti utilizzati per tingere questi tessuti che non si sa da dove arrivino, perché tutti sappiamo che alcune sostanze coloranti, come le ammine aromatiche, sono proibite in Italia perché cancerogene». Il sindaco Lorenzini aggiunge poi che il suo intervento non vuol essere una critica ma «un richiamo alla collaborazione e alla consapevolezza di tutti, imprenditori e consumatori, affinché si ponga attenzione verso i temi della salute e la sicurezza dei prodotti tessili: «È come se si sequestrasse una grossa quantità di giocattoli pericolosi e poi si decidesse di rivenderli sul mercato. Quale mamma vorrebbe per suo figlio un gioco di dubbia provenienza e potenzialmente pericoloso? Prima di compiere un’operazione del genere bisogna fare le dovute verifiche di sicurezza, senza contare il danno che si fa al mercato del distretto».