Tre Tahitiani 1899 Paul Gauguin The National Gallery of Scotland, Edimburgo

Paul Gauguin è l’artista che maggiormente ha influenzato l’idea che l’occidente ha di Tahiti: un paradiso terrestre di bellezze naturali, popolato da affascinanti polinesiane dai vestiti sgargianti. 
Ad un certo punto della sua vita, abbandona la moglie e i cinque figli. 
Gauguin lascia la civiltà occidentale per tuffarsi nel mondo apparentemente primitivo della Polinesia, un luogo libero e affascinante. Il pittore trova qui una società lontana dagli ideali europei, ma, al tempo stesso, un mondo in parte già invaso da colonizzatori e missionari religiosi. A Tahiti l’artista non vive certo di castità e sembra trovare l’amore in alcune ragazze molto giovani (intorno ai 13/14 anni), tra cui Teura  una sorta di guida spirituale. 
Di lei scrive: «È entrata nella mia vita al momento giusto: più presto forse non l’avrei capita e, più tardi, sarebbe stato troppo tardi. Ora sento quanto l’amo e, grazie a lei, penetro finalmente misteri che fino a qui mi restavano ribelli». 
Se molti sottolineano il lato più romantico di questi amori, bisogna comunque ricordare che l’artista contagiò le sue amanti con la sifilide, malattia che lo uccise a 55 anni.
Il mondo meraviglioso che il pittore trova in Polinesia viene rappresentato nei suoi dipinti con forme e colori che rappresentano un’immersione nel contesto naturale oceanico: Gauguin dimentica la prospettiva e lascia che sia il colore a dare sensazioni, ritrovando così le radici dell’esistenza, l’essenza della vita lontana dalla regole e dalle ideologie europee spesso troppo limitanti. Le protagoniste dei dipinti sono spesso donne “selvagge” in contesti totalmente privi di una cornice sociale: i quadri di Gauguin sono un paradiso terrestre di tahitiane silenziose, immerse nei suoni della natura, spesso in coppia, complici o, in alcuni casi, fisicamente vicine ma distanti nei loro sguardi pensierosi. Il paesaggio naturale di Gauguin è misterioso nella sua sensualità, lontano dai canoni occidentali e per questo di grande fascino. In un mondo esclusivamente composto da animali, alberi e onde, la (semi)nudità delle ragazze tahitiane appare come perfettamente naturale, mai forzata, una scelta in armonia con uno stile di vita privo di vincoli.
 
Gauguin lascia poi spazio all’ambiguità di genere, rappresentando in alcuni casi i cosiddetti mahu, il terzo sesso hawaiano: biologicamente uomini, i mahu utilizzano abiti e acconciature femminili, svolgendo lavori tipicamente “da donna”. 
Un esempio di quello di cui stiamo parlando è rappresentato da I Tre tahitiani: sulla sinistra, una donna in una veste rossa afferra un frutto e osserva lo spettatore; al centro, un uomo di spalle sembra osservarla; a destra, una persona dai lunghi capelli e il seno sviluppato, ma con tratti decisamente più mascolini rispetto alla ragazza sulla sinistra, potrebbe rappresentare appunto una di queste antiche figure. La mela rimanda a Eva e, di conseguenza, alla cultura europea, mentre il fatto che il ragazzo seduto al centro guardi, e quindi in qualche modo “scelga” la ragazza sulla sinistra, riporta all’ideologia binaria dei generi occidentale.
 

Le figure sono definite da Gauguin con una spessa linea di contorno che rende le figure massicce, robuste e perfettamente dominanti lo spazio circostante. Tuttavia la posizione dei  corpi e la relazione tra le figure, che sembrano tra loro interconnesse, rivela un senso di intima armonia creando un’atmosfera di serenità e tranquillità che coinvolge lo stesso osservatore.

Gauguin utilizza colori caldi e avvolgenti stesi sulla tela con delle pennellate dense che siano in grado di tramettere le sensazioni e le sfumature psicologiche degli abitanti di questo sperduto paradiso terrestre.

Nei dipinti di Gauguin realizzati a Tahiti, carnale e spirituale si fondono dando vita a un erotismo unico nel suo genere, discreto e onirico, distante eppure contagiato da alcuni elementi europei. Lo spettatore, insieme all’artista, ha modo di immergersi in un paradiso lontano e, per un istante, dimenticare almeno in apparenza le regole e i canoni di bellezza occidentali per ammirare una sensualità primitiva e assolutamente perfetta nella sua fusione con il contesto naturale.