Trovate tre aziende abusive nell’immobile posto sotto sequestro
Durante un controllo la polizia municipale di Montemurlo ha verificato che il proprietario italiano di un vasto complesso industriale della zona di Bagnolo ha rotto i sigilli di un precedente sequestro, dovuto a carenze igieniche e di sicurezza, ed ha riaffittato i locali a tre nuove ditte
A Montemurlo non si ferma la lotta all’illegalità. La Polizia municipale durante un controllo, finalizzato alla verifica dell’ottemperanza di un’ordinanza emessa a dicembre 2017 per il sequestro di un’immobile nella zona industriale di Bagnolo fortemente carente sotto il punto di vista della sicurezza e dell’igiene, lo ha trovato occupato abusivamente da tre nuove ditte, due confezioni, condotte da cittadini cinesi, e la tessitura di un italiano. Il proprietario della struttura, infatti, nonostante l’ordinanza di inagibilità/inabitabilità dei locali emessa dal sindaco Lorenzini, non aveva esitato ad affittare nuovamente i locali ad altre aziende, senza però provvedere ad effettuare gli interventi necessari al ripristino delle condizioni di sicurezza. Il proprietario e i titolari delle tre ditte sono stati così denunciati penalmente per la rimozione dei sigilli del sequestro, e l‘immobile, di circa 2 mila metri quadrati, parte di un più vasto complesso industriale, è stato posto nuovamente sotto sequestro penale.
La vicenda è complessa e risale all’ottobre scorso, quando gli agenti della Municipale, nel corso di un controllo interforze, trovarono all’interno di un vasto complesso produttivo a Bagnolo, due ditte di confezioni cinesi, che avevano commesso numerose violazioni urbanistiche e altri abusi. Nell’azienda, attraverso pannellature in cartongesso e profilati metallici, erano stati realizzati vari “loculi – dormitorio” e soppalchi per lo stoccaggio delle merci; assenti anche le minime condizioni di sicurezza antincendio, precarie le condizioni igienico sanitarie, mentre gli impianti elettrici erano stati manomessi. Una potenziale “bomba ad orologeria” sotto il punto di vista della sicurezza sui luoghi di lavoro e l’antincendio. Per questo furono emesse due ordinanze, una per il ripristino dei luoghi conseguenti alle variazioni d’uso dei locali e una sindacale, “contingibile e urgente”, di cessazione e sgombero dei locali per inagibilità e per ragioni di igiene e sicurezza.
L’utilizzo dell’immobile dove si trovavano le confezioni- con il conseguente sgombero di tutti gli occupanti – fu interdetto fino a quando non fossero messi in atto tutti gli interventi necessari ad acquisire l’agibilità/abitabilità dei locali, compreso il ripristino delle condizioni di sicurezza ed igienico- sanitarie prescritte dalla vigente normativa in materia. Tutto ciò, però, non è avvenuto e, in barba ad ogni norma sulla sicurezza, il proprietario italiano dell’immobile ha riaffiatato i locali a tre nuove ditte che hanno continuato ad operare con grave rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, come rileva l’assessore alla polizia municipale, Rossella De Masi:« Si tratta di fatti molto gravi, perché il mancato rispetto dell’ordinanza ha creato rischi per la salute e la sicurezza pubblica. Tra poche settimane ricorrerà il primo anniversario dal rogo della Tignamica, dove persero la vita due operai cinesi e il Comune di Montemurlo, attraverso controlli puntuali e stringenti della Polizia Municipale, che ringrazio pubblicamente, non vuole abbassare la guardia su questi temi. Per noi il contrasto dell’illegalità resta una priorità nell’interesse dei diritti di tutti, aziende, lavoratori e cittadini». Il proprietario italiano del vasto complesso industriale è stato anche denunciato penalmente per l’inottemperanza all’ordinanza del sindaco del dicembre scorso, che lo obbligava ad attuare tutte quelle misure necessarie a garantire la sicurezza dei luoghi di lavoro e l’abitabilità dei locali.