UN GELO INFERNALE CHE NON HA PIETÀ NEMMENO DI CHI PIETÀ NEPPURE IL DESTINO S’È DEGNATO D’AVERE

Un’insopportabile morsa di gelo che si è abbattuta in tutta Italia, ma che in special modo è andata a colpire le regioni centro-meridionali della penisola, non ha avuto pietà di 8 persone a cui il destino aveva già voltato le spalle, persone senza fissa dimora. Perché tutto questo?, viene da chiedersi.

Ci troviamo di fronte a storie senza fine di solitudine, di dolore, di disperazione che i clochard  sono costretti a vivere ogni giorno. Ogni momento. Ogni istante della loro vita. Persone senza fissa dimora costrette ad arrangiarsi come possono non per vivere ma per sopravvivere.

Esseri umani che campano di elemosina; abbandonati ai margini delle strade con vecchie coperte, o semplici stracci e cartoni, o sacchi a pelo forniti dalla Protezione Civile, per pararsi dal freddo. Ma questa volta per almeno 8 di loro non è bastato nulla di tutto questo, il gelo che si è abbattuto nella nostra Penisola in 48 ore li ha fatti morire.

Mentre 6 di senzatetto sono morti per il freddo, almeno altri 2 sono deceduti per altre ragioni, ma la condizione resta sempre quella della vita in strada. Parliamo di George, un rumeno 46enne trovato morto a Messina nel capannone dell’ex Standa, malato di tubercolosi; e di un tunisino 72enne caduto nelle acque del porto di San Benedetto del Tronto, dove spesso passava la notte a dormire nelle barche ormeggiate.

Ma c’è inoltre la storia di Adam, morto assiderato nei giardini di Lungarno Santarosa a Firenze. Adam Zbigniew Koziol, il suo nome per esteso, era di origine polacca e aveva compiuto 48 anni il giorno di Natale. questi aveva l’abitudine di recarsi a dormire in quei giardini quando non trovava posto al dormitorio dell’Asl lì vicino.

La morte per il medesimo motivo l’ha trovata pure un altro polacco, 66enne, all’interno di un palazzo abbandonato nella zona Sud di Milano. Si trattava di un clochard sconosciuto ai servizi sociali. La sua identità si è resa nota dopo una chiamata anonima al 118, probabilmente fatta da un altro clochard, che denunciava la sua presenza.

Quando sono giunti i soccorsi l’uomo, oramai privo di vita, era immerso in diverse coperte e riverso su un materasso. A quel punto, dalle righe di Curiosando, pare che l’amministrazione comunale di Milano in una nota si dicaaddolorata profondamentee intenzionata a destinare 3500 posti letto a clandestini, mentre i poveri italiani dovranno arrangiarsi

Angelo Lanzaro era invece un italiano 44enne, nativo di  Visciano in provincia di Napoli. L’uomo fino a qualche anno fa conduceva una vita normale con tanto di moglie, tre figli e un lavoro. Qualcosa per lui è poi andato storto. Il matrimonio fallito alle spalle lo ha ridotto in povertà e costretto a vivere in mezzo a una strada. Una vita da randagio, fatta di espedienti e brutte compagnie. La sua dimora per passare la notte era uno stabile abbandonato del Mercatone ad Avellino. E proprio ad Avellino la notte dell’Epifania se lo è portato via con sé. Il povero clochard qualche giorno prima di Natale aveva rilasciato un’intervista a Tele Nostra. Aveva chiesto aiuto al sindaco e fra le lacrime aveva chiesto scusa ai propri figli: 3 avuti con l’ex moglie e altrettanti con altre 2 donne a matrimonio finito.

Singh Amrik, era un indiano di 47 anni morto ad Aversa, in provincia di Caserta. L’uomo si trovava in Italia da qualche anno. Trascorreva la notte nel dormitorio della casa Gratis Accepistis; e aveva partecipato a tante iniziative della Caritas locale, per aiutare le persone sventurate quanto lui o più di lui. Spesso è chi meno ha che più dà.

Il cadavere di un altro clochard è stato trovato inoltre a Latina, dinanzi alla parrocchia dell’Immacolata. Lo ha trovato il parroco della chiesa riverso sul selciato, e solo un’ora prima che lui morisse i servizi sociali che erano passati di lì lo avevano invitato ad andare al dormitorio, ma questi si era rifiutato.

La situazione non è semplice. Non è semplice neppure prestare aiuti perché qualcuno degli sventurati senzatetto li rifiuta. È il caso, appunto, del clochard 50enne di Latina. Anche lui sembrerebbe di origine polacca.

Nonostante che comuni e comunità religiose mettessero a disposizione strutture d’accogliere per i senzatetto, qualcuno di loro rifiuta. È certamente difficile capire cosa passi nella mente a certe persone. Sicuramente è la disperazione a spingerli a comportarsi in quel modo. A causare loro forse problemi mentali. Forse gli stessi problemi di chi sceglie per volontà e non per condizione una vita del genere; e le cause possono forse derivare da malesseri interiori. Da delusioni della vita. Da forti depressioni. Chissà? Ogni persona avrebbe la propria storia da raccontare.