UN INCONTRO FRATERNO FRA CATTOLICI E MUSULMANI. PIÙ DI 23MILA RELIGIOSI ISLAMICI HANNO PREGATO ASSIEME AI CATTOLICI.

È quanto acceduto ieri mattina in diverse città italiane, francesi e di tutto il mondo. Musulmani che si sono recati nelle chiese cattoliche e hanno partecipato alla messa domenicale. Un segno di solidarietà dopo i tragici episodi che si sono conclusi con l’omicidio del sacerdote di Norimberga, padre Jacques Hamel. Un richiamo da parte dei fedeli di Allāh per sancire un netto taglio da coloro che in nome di Allāh uccidono e si uccidono.

Un gesto di fratellanza e comunione che il Centro per il culto musulmano francese ha voluto lanciare in segno di conciliazione tra le due confessioni. «Un gesto enorme», ha dichiarato il portavoce della Conferenza Episcopale Italiana (Cei)Ivan Maffeis, apprezzando a nome della Comunità cattolica l’iniziativa della Comunità islamica.

31 luglio 2016 segna un’importante data nel calendario religioso, dove appunto Iman e semplici fedeli islamici hanno pregato assieme ai cattolici in diverse chiese cattoliche con lo scopo di trasmettere a tutto il mondo un messaggio di pace e di fratellanza. Questo per dimostrare anche che i veri islamici non sono terroristi, perché i terroristi, malgrado gli appelli che possono fare al loro dio, non hanno religione.

L’invito lanciato in Francia dal Centro per il culto musulmano ha ottenuto un ampio successo, si pensi che solo in Italia hanno risposto all’appello più di 23mila mussulmani. Un vero esercito di fede islamica ha oltrepassato la soglia della Chiesa per pregare in comunione con i fratelli cristiani.. 

«È stato emozionante vedere la chiesa gremita»,  ha dichiarato Foad Aodi, presidente delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), che ha partecipato alla messa nella chiesa di San Giuseppe a Cesenatico. «La gente ha apprezzato il “gesto di coraggio” dei musulmani». 

«Non bastano più messaggi di solidarietà, note di condanna, parole di biasimo». È quanto ha affermato in un’intervista al Mattino l’imam italiano, Yahia Pallavicini, presidente della Coreis.  «Oggi entreremo in Chiesa per compiere un gesto semplice e concreto: diremo ai nostri fratelli offesi dalla violenza che noi ci siamo, e vogliamo dar loro un abbraccio». E con toni più austeri sanziona le violenze gestite dall’autoproclamato Stato Islamico. «[…]  In Chiesa trovava rifugio chi fuggiva dai nazisti. Nessuno può trovarvi la morte. L’Isis uccide in nome di un Islam falso, che si avvale della religione per perseguire obiettivi barbari che i veri musulmani hanno in totale spregio». E prosegue dicendo che non sarà l’azione che hanno fatto a fermare il terrorismo, questo no, ma che comunque è proprio partendo da questo gesto che l’Islam europeo vuole dare un segnale della propria presenza nella lotta contro quel tipo di estremismo. 

L’iniziativa musulmana e le parole di garanzia rilasciate dall’imam italiano hanno trovato risposta anche nel Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che ha commentato, a nome di tutta la Comunità, di essere molto grato a loro e che continuando su questa strada entrambe le fedi potranno portare all’isolamento totale il “fanatismo omicida”. 

Non resta che sperare che le sue parole possano essere profetiche.