UNA FINESTRA SU PRATO (07-13 febbraio 2016)

di Roberto Fiordi  13/02/2016

ALLARME MENINGITE: SANITÀ AL COLLASSO. EMERGENZA VACCINI, CRESCE LA RICHIESTA, MA IL SERVIZIO SANITARIO NON È IN GRADO DI FARE FRONTE

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Piove una valanga di richieste per la vaccinazione alle varie forme di meningite che stanno colpendo buona parte del territorio toscano, ma le scorte non hanno più respiro. Le vaccinazioni di massa hanno portato al collasso la sanità. In questo modo i tempi d’attesa si spingono molto in avanti fra le ansie dei pazienti. L’emergenza necessita di un milione di dosi e perciò la richiesta si allarga a tutto il mondo in quanto la Nazione non è in grado di soddisfarla. Produrre un vaccino richiede un  processo troppo lungo per contenere in breve tempo un così alto numero di domande. In ogni modo, se anche le scorte in Italia sono in via d’esaurimento, questo non vuol dire che all’estero si trovino facilmente; e nel caso in cui questi vaccini venissero trovati ci sarebbe sempre da aspettare il processo di validazione.

La meningite è un batterio che si diffonde come quello dell’influenza, ovvero stando a contatto con persone portatrici, specie in ambienti chiusi, e l‘unico modo per far fronte a questo virus è la vaccinazione intensiva, e la stima che è stata fatta ritiene che andrà a gravare per 30 milioni di euro sulle casse regionali. Stefania Saccardi, Vicepresidente della Giunta Regionale della Toscana, è stata a Roma per chiedere lo stato di calamità, dove pare ci possa essere la predisposizione da parte del Governo per un contributo, al fine d’impedire che il batterio si diffonda. È stato così deciso, vaccino gratis per tutti, anche per gli over 45 nelle province di Firenze, Prato e Pistoia dove è stato registrato un inasprimento di casi di meningite rispetto ad altri luoghi e province. Tutti gli altri over 45 che abitano in altre zone saranno costretti a pagare il vaccino. I tempi di attesa si calcola che saranno lunghissimi, anche se entro questo fine settimana o al massimo lunedì, garantisce Stefania Saccardi,  saranno in arrivo 150 mila dosi testate con rapidità dall’Agenzia italiana del farmaco. L’assessore toscano al diritto alla Salute, in ogni caso, assicura che per adesso ci stiamo trovando di fronte a una situazione di potenziale pericolo e non di fronte né a un’epidemia e né a una situazione di forte allarme sociale, e che la Regione sta facendo l’invito a vaccinarsi perché vuole investire moltissimo sulla prevenzione. È quanto possiamo appurare della righe di Ansait Toscana, datato 12 febbraio; dunque sembra trattarsi più di allarmismo che di una condizione di serio pericolo, se così fosse i dati che sono stati riportati sul Quotidiano Nazionale “La Nazione” del 9 febbraio, alla pagina 23 sotto il titolo “Meningite: malati a quota cinquanta. << Siamo alla calamità sanitaria >> “, dove parla dell’ennesimo caso d’infezione da parte di una 52enne di Campi Bisenzio, ricoverata nel reparto malattie infettive e tropicali di Careggi, non dovrebbe trattarsi di un fenomeno preoccupante; ma invece lo è e come… Altresì, se così fosse, che cosa è andata a fare lei stessa a Roma per incontrarsi col ministro Lorenzin e chiedere lo stato di calamità sanitaria? Da gennaio 2015 sono stati, appunto, registrati in Toscana  50 casi d’infezione causata da meningococco, dei quali 41 del ceppo C e sono stati registrati ben 9 decessi. Sono dati  da ritenersi invece alquanto allarmanti se consideriamo che la diffusione del batterio non è stata ancora circoscritta e che le scorte di vaccini sono in esaurimento.

 La fascia che in prevalenza sta percorrendo il batterio sembra essere la valle dell’Arno, ma già a partire da settembre 2015 il direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità,  Giovanni Rezza, aveva lanciato l’allarme verso i luoghi costieri, come la Versilia e Pisa, dove il virus si sarebbe potuto spostare essendo in quei luoghi meno attenta la prevenzione, portando in questo modo la Toscana ad avviare le campagne di vaccinazione degli adulti.

C’è da chiedersi da dove può essere nata la diffusione tanto esponenziale in Toscana di questo batterio. Partendo da uno studio scientifico ripreso dal Dipartimento di scienze biomediche, sezione igiene dall’Università di Bari (pubblicato nel 2012 su Journal of Travel Medicine) relativo a un vasto campionario di migranti che si trovavano allora nel centro dei richiedenti asilo di Bari, oltre il 5% degli analizzati risultavano portatori sani del batterio Neisseria meningitidis (meningococco), e questo è un dato da non sottovalutare se focalizziamo i flussi migratori e le rispettive concentrazioni.  Iniziando proprio dai dati Istat, ci accorgiamo che in Toscana siamo passati dai 323 mila residenti stranieri di inizio 2011 ai 387 mila dell’inizio del 2014, e se sovrapponiamo il tracciato delle rotte migratorie con quello percorso dalla meningite ci accorgiamo che quasi coincidono.

Ed ecco, per concludere, un caso di meningite C all’ospedale di Prato. Scatta l’emergenza profilassi. Una donna di 27 anni è stata ricoverata all’ospedale Santo Stefano di Prato mercoledì 13 febbraio nel reparto di rianimazione. Scattato l’allarme diverse persone si sono presentate al Dipartimento di prevenzione di via Lavarone.

Sembra che ieri sera (12 febbraio) la 27enne abbia riscontrato di avere una forte febbre, curata al momento con la Tachipirina, ma che al risveglio le sue condizioni siano peggiorate e che dunque sia stata condotta in ospedale, dove sono stati riscontrati sintomi della meningite ceppo C.


  1. Immagine finte Google