UNA FINESTRA SU PRATO (20-26 marzo 2016)
LA PRIMAVERA PRATESE NEL LUTTO
di RobertoFiordi
La primavera pratese è proprio iniziata nel lutto di due morti, entrambe legate al fattore droga.
Il primo decesso è avvenuto nel fiume Bisenzio, dove un uomo, attorno alle ore 17,00 di lunedì 21 marzo, dopo avere assunto della droga ed essere stato in compagnia di una donna, da quanto affermano testimoni che si trovavano sul luogo, sembra avesse allungato la marcia della camminata lungo la pista ciclabile che fiancheggia il fiume all’altezza dello stadio Lungobisenzio, dopodiché di essersi gettato in acqua come se fosse intenzionato a fuggire a presunti inseguitori. La versione dei presenti asserisce, appunto, che l’uomo è stato visto essere inseguito da tre uomini e di essersi quindi gettato nel fiume con l’intenzione, molto probabile, di voler raggiungere la sponda opposta ma che poi, data la profondità del fiume in quel punto, sia andato giù senza più riemergere. Dato l’allarme dagli stessi al 113 è intervenuto anche il 118 e con l’aiuto dei sommozzatori dei vigili del fuoco il corpo privo di vita del 39enne è riemerso dopo circa un’ora.
La donna che si trovava con lui prima della tragedia, che risiede a Firenze e che è già nota alle forze dell’ordine per motivi sempre legati alla droga, è stata in serata rintracciata e interrogata, ed ha ammesso che l’uomo, dopo l’assunzione in sua compagnia di eroina e di cocaina, si è come sentito braccato da qualcuno di sua fantasia ed è stato per questo motivo che prima si è messo a correre, dopodiché si è gettato nel Bisenzio. A quel punto, dice anche, di essersi impaurita e di essere fuggita non appena lo ha visto prima annaspare in acqua e poi sprofondare nel fiume.
Rimane da scoprire il ruolo delle due, tre o quattro persone che, secondo le testimonianze, si trovavano nelle vicinanze della coppia, se non addirittura insieme.
Si trattava di un 39enne italiano senza fissa dimora, a come risulta alla polizia, che si chiamava Raffaele Mingione. Era originario della provincia di Caserta, con alcuni precedenti penali per reati contro il patrimonio personale nella sua provincia di origine, ma non era conosciuto dalle forze dell’ordine di Prato come uno spacciatore.
Tuttavia il luogo dove è accaduto il decesso di Raffaele è ormai noto che giri molta droga. Sembra, appunto, che lo spaccio dalla stazione Porta al Serraglio di Prato, oggi più sorvegliata dalle forze di sicurezza, si sia spostato agli argini del fiume Bisenzio.
La seconda tragedia si è consumata il 22 marzo intorno alle 22,00 nei pressi della stazione ferroviaria di Prato-Borgonuovo. L’uomo, un italiano di 56 anni, è morto per overdose di eroina. A nulle sono valsi i soccorsi da parte della Misericordia con il medico a bordo e i tentativi di rianimazione.
La squadra mobile antidroga indaga sulla morte dell’uomo. La dose di droga assunta dal cinquantaseienne tossicodipendente potrebbe rientrare a fare parte di una partita di eroina trattata con sostanze da taglio pericolose. Peraltro, nei giorni scorsi sono state ricoverate al pronto soccorso alcune persone che avevano accusato malori e si trattava di consumatori abituali.
Gli agenti stanno cercando di ricostruire le ultime ore di vita dell’uomo e in particolar modo di risalire al momento dell’acquisto della dose fatale e al suo pusher.
La salma è a disposizione della magistratura al reparto Anatomia patologica, in attesa che il magistrato di turno dia l’autorizzazione di disporre l’autopsia.